Il triangolo alla crema che unisce Sanremo a Milano

Il triangolo alla crema che unisce Sanremo a Milano

Il triangolo alla crema che unisce Sanremo a Milano
Lia gli porse un piatto con delle fette di pane nero tostate, burro salato e un triangolo di sfoglia con all’interno della crema pasticciera.
Raoul, estasiato dalla perfezione di quella colazione, si concentrò sul dolce.
“Da quando ho scoperto questa prelibatezza, non sono più riuscito a farne a meno.
Il segreto sta tutto nell’armonia degli ingredienti.
La crema pasticciera, oltre a essere delicata, non è poca, ma neppure troppa.
In certe miserevoli pasticcerie ne metterebbero soltanto un velo, naturalmente per andare al risparmio”, osservò sprezzante.
Raoul detestava i piccoli calcolatori da bottega, coloro che inventavano forme di risparmio tese a un misero guadagno a scapito degli altri.
Un pasticciere che risparmiava sugli ingredienti ai suoi occhi altro non era che un patetico spilorcio.
“Ma anche l’eccesso di crema avrebbe due aspetti negativi.
Il primo, da subito evidente, sarebbe quello di rendere pesante e stomachevole un dolce così appetibile e leggero.
Il secondo, forse anche peggiore dell’altro, di renderne difficile l’assaggio.
Vedere la crema pasticciera che cola ai lati della bocca di chi lo addenterebbe mi farebbe passare la voglia di mangiarlo.
Le scene più ripugnanti le ho proprio viste in certi bar, quando taluni avventori masticano le brioche insozzandosi di briciole o di crema, alla stregua di maiali che rotolano nella loro sozzura”, proseguì il banchiere, perdendosi nelle sue elucubrazioni mattiniere a voce alta alle quali Lia aveva fatto l’abitudine.
“Il vero peccato è che la pasticceria “Alla foce”, di Sanremo non sia qui dietro l’angolo.
Mi auguro solo che la proprietaria, Patrizia, mantenga la parola e mi rifornisca, ogni volta che lo desidero, di questa delizia”, concluse lui, rivolgendosi alla governante che annuiva.
Dopo aver terminato di servirgli la colazione, la donna tornò nelle cucine, lasciandolo solo.
Tratto da “Assedio mortale a Milano. La terza indagine del banchiere Raoul Sforza” di Ippolito E.Ferrario,  Fratelli Frilli Editori
Sanremo, Pasticceria La Foce. Una sosta golosa per il banchiere di Milano

Sanremo, Pasticceria La Foce. Una sosta golosa per il banchiere di Milano

Sanremo, Pasticceria La Foce. Una sosta golosa per il banchiere di Milano
Giunto nei pressi della Foce, una delle zone residenziali della cittadina, parcheggiò. Raggiunto un chiosco che vendeva piante e addobbi floreali, chiese al fiorista di confezionargli un mazzo di fiori freschi.
Costui gli chiese se avesse preferenze.
«Nessuna. Faccia lei purché si spicci» rispose gelandolo.
Raoul aveva come l’impressione che l’uomo fosse in vena di scambiare qualche parola, al contrario di lui.
In quel modo gli aveva smorzato sul nascere la voglia di dare fiato alla bocca.
Una volta ottenuta la composizione, attraversò la strada ed entrò in un elegante bar pasticceria che aveva alcuni tavolini esterni.
Era un locale dal fascino di altri tempi, a cominciare dal bancone di legno in stile liberty, decorato a mano, con le grandi specchiere che correvano alle pareti.
Ordinò un caffè che gli fu servito in una tazzina bollente.
Già questo dettaglio deponeva a favore del locale.
Lo sorseggiò lentamente guardandosi intorno.
Sedute ai tavolini c’erano alcune signore anziane che parlavano fra loro.
Quel luogo ricordò al banchiere l’atmosfera conviviale e intima di alcuni locali della Milano della sua infanzia e che ora erano scomparsi.
Gli piacque.
Una volta consumato il caffè chiese di poter avere un vassoio di pasticcini assortiti.
La proprietaria glieli confezionò con cura.
Pagò e uscì.
Tratto da “I diavoli di Bargagli” di I.E.Ferrario, Fratelli Frilli Editori
Il banchiere di Milano approda nell’estremo Ponente Ligure. Direzione Bajardo

Il banchiere di Milano approda nell’estremo Ponente Ligure. Direzione Bajardo

Il banchiere di Milano approda nell’estremo Ponente Ligure. Direzione Bajardo
La strada che imboccò portava in montagna, nell’entroterra.
Ormai inerpicarsi lungo quei percorsi tortuosi e angusti stava cominciando a divenire una costante.
Dopo alcuni chilometri in cui la strada serpeggiava tra villette, frazioni e le tipiche serre della zona, il paesaggio assunse un’altra connotazione.
Superò l’abitato di Ceriana. Scrutò con interesse il paese arroccato sulla roccia. Aveva un che di tetro e di antico che non lo lasciò indifferente.
Lo scrittore Howard Phillips Lovecraft, celebre per le sue rappresentazioni spettrali di una certa provincia americana, probabilmente avrebbe apprezzato quelle architetture tanto vetuste quanto contorte: archi, archetti, sottopassi, strade anguste e ripide, case costruite quasi a strapiombo sulla roccia in perenne lotta con la forza di gravità.
Tratto da I diavoli di Bargagli, di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori
La prima ristampa aggiornata de “Un parà in Congo e Yemen” è ora disponibile

La prima ristampa aggiornata de “Un parà in Congo e Yemen” è ora disponibile

In questi giorni è disponibile sia in libreria che on-line (https://www.ibs.it/para-in-congo-yemen-1965-libro-robert-muller-ippolito-edmondo-ferrario/e/9788842559504) la prima ristampa aggiornata de “Un parà in Congo e Yemen”, uno dei libri che più mi sta a cuore tra quelli che ho scritto. Il volume è visibilmente cresciuto nel numero di pagine e ha giovato di un ottimale cambio di copertina.

Si tratta di uno dei libri più intensi e forti che ho mai scritto. Per farlo non ho dovuto ricorrere alla fantasia, quanto alla voglia di ascoltare le parole di Robert Muller, il protagonista di questa vicenda che rappresenta una testimonianza storica, politica ed umana unica nel suo genere.

A breve ricominceremo con le presentazioni e vi terremo aggiornati, tramite questo canale, su dove e quando poter incontrare Robert ed il sottoscritto.

Una curiosità di questi giorni che precedono la Pasqua del 2018. A Sanremo infuria ancora la polemica innescata dall’ANPI dopo la presentazione di questo libro presso la Federazione Operaia Sanremese, organizzata gentilmente dall’Associazione “Et Ventis Adversis”. A introdurre il sottoscritto ed il libro, il giorno 11 novembre del 2017, c’era un magistrale Freddy Colt. Di questi giorni è la notizia che ancora si discute in Comune a Sanremo su fascismo, antifascismo e altri temi di evidente attualità quando non si ha altro a cui pensare…Il sottoscritto non può che invitare chiunque, in primis chi non ha letto questo libro, a leggerlo e ad imparare qualcosa che ignora. Esattamente come ho fatto io, ascoltando la storia di Robert Muller.