Sanremo, Pasticceria La Foce. Una sosta golosa per il banchiere di Milano
Giunto nei pressi della Foce, una delle zone residenziali della cittadina, parcheggiò. Raggiunto un chiosco che vendeva piante e addobbi floreali, chiese al fiorista di confezionargli un mazzo di fiori freschi.
Costui gli chiese se avesse preferenze.
«Nessuna. Faccia lei purché si spicci» rispose gelandolo.
Raoul aveva come l’impressione che l’uomo fosse in vena di scambiare qualche parola, al contrario di lui.
In quel modo gli aveva smorzato sul nascere la voglia di dare fiato alla bocca.
Una volta ottenuta la composizione, attraversò la strada ed entrò in un elegante bar pasticceria che aveva alcuni tavolini esterni.
Era un locale dal fascino di altri tempi, a cominciare dal bancone di legno in stile liberty, decorato a mano, con le grandi specchiere che correvano alle pareti.
Ordinò un caffè che gli fu servito in una tazzina bollente.
Già questo dettaglio deponeva a favore del locale.
Lo sorseggiò lentamente guardandosi intorno.
Sedute ai tavolini c’erano alcune signore anziane che parlavano fra loro.
Quel luogo ricordò al banchiere l’atmosfera conviviale e intima di alcuni locali della Milano della sua infanzia e che ora erano scomparsi.
Gli piacque.
Una volta consumato il caffè chiese di poter avere un vassoio di pasticcini assortiti.
La proprietaria glieli confezionò con cura.
Pagò e uscì.
Tratto da “I diavoli di Bargagli” di I.E.Ferrario, Fratelli Frilli Editori