
Da oggi Il banchiere di Milano sbarca a Bonassola
Da oggi “Il banchiere di Milano” è acquistabile anche a Bonassola, presso l’Edicola Libreria di Ugo del Torchio in via Risorgimento N.28.
Per un’estate, e non solo, a tinte noir…
Da oggi “Il banchiere di Milano” è acquistabile anche a Bonassola, presso l’Edicola Libreria di Ugo del Torchio in via Risorgimento N.28.
Per un’estate, e non solo, a tinte noir…
Comunicato Stampa
Sullo sfondo di una Milano incantevolmente innevata da un inverno freddo e cupo, si alternano diversi personaggi egocentrici, narcisisti e tutti assetati di fama e di potere. In questo avvincente romanzo noir e ricco di suspence, si intrecciano storie e interessi di uomini e di donne legati dalla bramosia di ricchezza a qualunque costo. Anche della vita stessa!
A comporre il puzzle del noir un giovane politico, l’Onorevole Enrico Villa (detto “il bomber”), di idee molto vicine all’estrema destra, la “famiglia” Surace, con a capo Don Pasquale (e i suoi due figli), convinto che gli errori si paghino solo con il sangue, ma con una visione rivolta al futuro e al cambiamento al quale ci si deve inevitabilmente preparare. E ancora due amici e soci in affari decisamente poco leciti, il costruttore Matteo Pirovano e il commercialista Paolo Fumagalli, ai quali si aggiunge la moglie di quest’ultimo, Elisabetta, disposta a tutto per mantenere il suo status sociale e non solo…
In tutto questo mix di personalità così diverse tra loro, si affaccia un nuovo personaggio, indubbiamente il più misterioso, intrigante, dal fascino oscuro e dal passato burrascoso. Raoul Sforza è ultimo discendente di una nota famiglia di banchieri meneghini, maestro di alta finanza, mecenate e appassionato di musica rock al punto che è l’unica vera passione che riesce davvero a placare il suo animo inquieto.
Raoul si divide tra le mura del tetro palazzo di famiglia in via del Lauro, nell’elegante zona Brera, a un passo dalla Scala e dal cuore della finanza, e il suo “Buen Retiro” a Bonassola, sulla costa ligure di Levante.
A dare una svolta a trama e personaggi l’arrivo nella vita del banchiere della giovane Viola, figlia di Paolo Fumagalli. Il padre è stato ritrovato morto assassinato dopo un breve rapimento finito in tragedia e, nelle sue ultime volontà, affida il destino della figlia e del suo patrimonio (astutamente custodito nella complessa rete omertosa dei conti cifrati svizzeri e dei suoi silenziosi custodi), all’astuzia e al fiuto del noto banchiere meneghino. Nelle carte fatte ritrovare alla figlia e custodite all’interno di una cassetta di sicurezza, vi sono importanti documenti lasciati proprio a Sforza, che rivelano una verità che vale ben oltre la ricchezza posseduta, ma che solo verso la fine del romanzo svelerà tutta la portata del suo contenuto. Raoul, poco incline alla compagnia, dal carattere spigoloso e perfino irritante, si ritroverà (suo malgrado), colpito dallo sguardo e dal colore degli occhi di Viola, che tanto gli ricordano Anna, un amore mai dimenticato e che, al momento della prematura scomparsa, portava in grembo suo figlio. E poi, come sottofondo parallelo alla trama del noir, un Raul Sforza pronto a surfare il Kali Yuga e non solo tra i sondaggi della politica…
“Il Banchiere di Milano”, Fratelli Frilli Editori, è disponibile in tutte le librerie d’Italia al prezzo di € 14,90 e nei principali store digitali.
Per interviste all’autore e invio immagini in alta definizione:
Ufficio Stampa Ippolito Edmondo Ferrario
Ardeche Comunicazione S.a.s.
Via Andrea Verga, 4 – Milano Tel. 02.2367048 r.a.
Rifugio antiaereo N. 56
Ubicazione. Piazza Giuseppe Grandi.
Mezzi pubblici. Linea tranviaria 27; linee filoviarie 90, 91 e 93; linee automobilistiche 45, 62 e 66.
Visita. Occasionalmente aperto al pubblico.
Contatti. Comune di Milano, sito Internet: comune.milano.it.
L’anno seguente, nel 1936, è ultimato il rifugio di Piazza Grandi, progettato dall’Ufficio Tecnico del Comune di Milano e realizzato in fase con la soprastante fontana monumentale.
Tanto la piazza quanto la fontana sono dedicati all’architetto Giuseppe Grandi, esponente della Scapigliatura milanese, noto per avere progettato il monumento alle Cinque Giornate e di cui si parlerà più avanti perché al di sotto è stato ricavato il rifugio pubblico N. 8.
La fontana è composta da una vasca rettangolare in pietra chiara, in un angolo sovrastata da una torre anch’essa in pietra dalla cui sommità sgorga a cascata l’acqua.
Nel corso dei decenni si è formata una pronunciata concrezione calcarea, ricoperta da muschio verdissimo, che si è deciso di mantenere in quanto rafforza il significato stesso della natura rigogliosa e prorompente.
L’angolo opposto è occupato da una statua in bronzo, l’uomo proteso verso lo specchio che simboleggia lo stupore innanzi alla bellezza della natura che dona il prezioso liquido.
Il rifugio, o meglio il bunker in cemento armato, doveva essere segreto e la fontana aveva innanzitutto la funzione di “mascherarlo”.
La sua destinazione ci è ignota, ma in ogni caso non venne mai ultimato nei dettagli, rimanendo privo dei portelloni metallici e dell’impianto di ventilazione, filtrazione e rigenerazione dell’aria.
Con l’inizio della guerra è destinato a rifugio pubblico e identificato con il N. 56.
Ha la pianta rettangolare di 23 x 17 metri; l’interno è diviso in 23 “celle” di cui le sole sei centrali adibite a rifugio vero e proprio, per una capienza complessiva di 450 persone.
In una scheda compilata dal Comune di Milano in tempo di guerra si legge che aveva una capacità inferiore, ovvero di 430 persone, ed era considerato «Ambiente popolare».
Curiosamente, pur rimanendo sotto una fontana, non era dotato di acqua potabile corrente.
Eppure se lo visitate vedrete che in ben quattro punti le scritte d’epoca indicano: «acqua potabile» in prossimità di ganci metallici infissi nelle pareti.
Grazie anche alle testimonianze di chi lo utilizzò, sappiamo che ai ganci erano appesi secchi metallici pieni d’acqua e accanto erano assicurate con un cordino le tazze di metallo smaltato con cui attingere e bere.
A seguito del restauro progettato e diretto dall’architetto del Comune di Milano Alfredo Bonfanti, lunedì 27 febbraio 2017 fontana e rifugio sono stati inaugurati.
I locali sotterranei sono stati ripuliti mantenendo le numerose scritte d’epoca in vernice nera.
L’impianto d’illuminazione, pur non essendo quello d’epoca in quanto asportato a fine guerra, svolge egregiamente la propria funzione.
Non è “invasivo” e con discrezione ricalca in parte il tracciato originario su cavetti metallici, alimentando numerosi faretti dotati di sensori di movimento che illuminano solo gli ambienti percorsi dai visitatori.
L’intento è di aprire a scadenze fisse questo impianto, eccezionale per la sua originale costruzione e collocazione.
Tratto da Alla scoperta di Milano Sotterranea, Ippolito Edmondo Ferrario, Gianluca Padovan, Newton Compton Editori, 2018