Il vizio di noi scrittori…James Coburn alla Trattoria alla Madonna di Venezia

Il vizio di noi scrittori…James Coburn alla Trattoria alla Madonna di Venezia

Il vizio di noi scrittori. James Coburn alla Trattoria alla Madonna di Venezia
A volte capita che si senta il desiderio di inserire, tra le righe di un romanzo, un episodio vero, di vita vissuta, camuffandolo con la finzione, ma il ricordo di esso, a distanza di tanti, troppi anni forse, rimane vivissimo…
«Stasera mi sento buono. D’altronde ho cenato alla Trattoria alla Madonna, ritrovando i piatti di un tempo. C’è mai stata?», le domandò il banchiere più interessato a sapere se Mara conoscesse la storica trattoria, invece che disquisire ancora sui fatti appena accaduti.
«Sì, qualche volta», rispose lei incerta. «Allora avrà assaggiato i meravigliosi antipasti e gli spaghetti al nero di seppia. Ricordo ancora una mia cena risalente al 1988. Per la cronaca ero latitante, a causa del solito accanimento giudiziario che ho subito negli anni. Detto questo ero a Venezia in occasione della mostra di un artista che amo e di cui ho molte opere in collezione, Federico Zandomeneghi, fra l’altro veneziano. Quella sera a cena, al tavolo accanto al mio c’era James Coburn, protagonista del film Giù la testa. Belli quei tempi in cui gli uomini tenevano molto di più all’eleganza e allo stile, rispetto a oggi. Ma pazienza», tagliò corto come se non avesse più voglia di continuare nel ricordo.
Tratto da “I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2024
Mara, l’alternativa

Mara, l’alternativa

Un buon fine settimana in compagnia del banchiere nero e degli altri personaggi di questo quarto romanzo. Da qualche giorno il libro è presente nelle principali librerie.

Il fatto di apparire più giovane di quello che era, la sua aria “alternativa”, accentuata dai numerosi piercing alle orecchie e dai capelli completamente rasati, erano tutti fattori che non giocavano a suo favore in un mondo ancora legato alle apparenze.
Anche quella mattina i presenti la guardarono con un misto di curiosità, perdendosi in battute e risatine mentre lei, incurante, cercava di raggiungere la zona transennata dai nastri della polizia e sorvegliata da due agenti.

Tratto da “I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2024

 

 

 

 

 

 

Il banchiere di Milano arriva in edicola con la nuova ristampa targata RCS

Il banchiere di Milano arriva in edicola con la nuova ristampa targata RCS

Dal 28 marzo 2024, e nei giorni seguenti, è in distribuzione in tutte le edicole d’Italia il mio romanzo noir “IL BANCHIERE DI MILANO”, ristampato per l’occasione da RCS.
Si tratta dell”allegato n. 43 con La Gazzetta dello Sport della prestigiosa collana NOIR ITALIA.
Buona lettura a tutti.
Il quarto “appuntamento” con il banchiere sarà invece in autunno, in tutte le librerie.
Il bricco della Pensione Moderna di Bonassola

Il bricco della Pensione Moderna di Bonassola

Il bricco della Pensione Moderna di Bonassola

Lia posò in tavola un bricco di alluminio nel quale c’era il caffè bollente e lo versò nella tazza sotto lo sguardo attento dell’uomo, inebriato dall’aroma intenso che se ne sprigionava.

Raoul considerava la colazione un rito sacro e imprescindibile dal quale sarebbero dipesi il suo umore e l’andamento della giornata.

Osservò quasi rapito il bricco, come se fosse un gioiello dal valore inestimabile.

Quell’oggetto di uso quotidiano un tempo aveva fatto parte delle stoviglie utilizzate presso la Pensione Moderna di Bonassola per servire le colazioni.

Lo aveva ottenuto dalle proprietarie dell’albergo, Carola ed Eleonora, alle quali l’aveva chiesto espressamente.

Raoul sosteneva che il caffè servito in quel bricco, proveniente dalla sua amata Bonassola e da quell’albergo, avesse un valore aggiunto, qualcosa che gli riportava alla memoria ricordi e suggestioni di un tempo perduto.

Tratto da Assedio mortale a Milano. La terza indagine del banchiere Raoul Sforza

di Ippolito Edmondo Ferrario, Fratelli Frilli Editori