Il banchiere nero e la serata a Eldodo di Milano

Il banchiere nero e la serata a Eldodo di Milano

Anche la prima presentazione del libro I fantasmi del banchiere nero è trascorsa.

Della serata trascorsa nei locali, carichi di storia tutta milanese (Un tempo qui c’era un bar, un “trani” di quelli di periferia, dove si mesceva il vino, frequentati dalla malavita e dai poliziotti del vicino commissariato), della bella e indipendente Libreria Eldodo di via Vallarsa 11, rimane la certezza che ancora valga la pena presentare i libri in realtà come queste, piccole e coraggiose, ma soprattutto legate alla vita dei quartieri.

Milano ha bisogno di questa linfa vitale se vuole rimanere viva e umana…

Bravissimi Edoardo ed Elena che con autentica passione hanno creato Eldodo in un quartiere che sta cambiando rapidamente volto.

Al di là del pubblico intervenuto, numeroso e attento, è stato bello parlare del banchiere nero che certamente, come ha detto lo stesso giornalista Antonio Bozzo che mi ha magistralmente introdotto, esiste e forse, nascosto da qualche parte, ha assistito compiaciuto alla serata.

Un sentito ringraziamento anche a Patrizia Gallini di Ardeche Comunicazione per l’organizzazione perfetta.

L’appuntamento con il banchiere è per gennaio 2025 ancor a Milano.

Stay Tuned!

 

 

 

L’imperdibile risotto di Gò

L’imperdibile risotto di Gò

Il banchiere nero non poteva non approdare Da Romano a Burano per il suo imperdibile risotto

 

La destinazione era l’isola di Burano.

Raoul non vi metteva piede da decenni.

Conservava di essa un ricordo vivissimo, legato in particolar modo a un ristorante storico che lì aveva aperto i suoi battenti in anni lontanissimi: Da Romano.

Raoul cenò apprezzando ogni singola portata.

Poco importava che non ci fossero altri avventori, anzi, tutto era ai suoi occhi perfetto.

Quando riassaggiò dopo anni il risotto di Gò, quasi si commosse tanto il sapore e il gusto erano rimasti inalterati nel tempo.

Era un primo piatto fatto con il ghiozzo di laguna, un pesce considerato un tempo “povero” e ora divenuto sempre più difficile da trovare.

 

Tratto da “I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2024

 

Metti una notte un banchiere milanese a Venezia

Metti una notte un banchiere milanese a Venezia

Metti una notte un banchiere milanese a Venezia

L’albergo disponeva di un approdo in legno sul principale canale della città. Pur essendo autunno la sera regalava una temperatura insolitamente mite. Si accomodarono a un tavolino.
Poco dopo furono serviti.
La sensazione era quella di ritrovarsi sospesi sulle acque della laguna che a quell’ora, calato il traffico delle imbarcazioni, tornavano a farsi tranquille, quasi placide.
Raoul era ammaliato da quell’atmosfera fiabesca, ovattata, in cui lo sciabordio delle onde che si infrangevano sui moli di pietra diventava una litania incessante, a tratti ipnotica.
Anche l’ondeggiare di una gondola ormeggiata a una delle paline davanti a loro assumeva valenze oniriche.
Venezia sembrava sotto il giogo perenne di un incantesimo infrangibile e tutto, agli occhi del banchiere assumeva una prospettiva meravigliosa.
Si concentrò sul profumo intenso del suo whisky e saziato l’olfatto alzò il bicchiere, invitando Mara a un insolito brindisi.

Tratto da “I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2024

 

Il vizio di noi scrittori…James Coburn alla Trattoria alla Madonna di Venezia

Il vizio di noi scrittori…James Coburn alla Trattoria alla Madonna di Venezia

Il vizio di noi scrittori. James Coburn alla Trattoria alla Madonna di Venezia
A volte capita che si senta il desiderio di inserire, tra le righe di un romanzo, un episodio vero, di vita vissuta, camuffandolo con la finzione, ma il ricordo di esso, a distanza di tanti, troppi anni forse, rimane vivissimo…
«Stasera mi sento buono. D’altronde ho cenato alla Trattoria alla Madonna, ritrovando i piatti di un tempo. C’è mai stata?», le domandò il banchiere più interessato a sapere se Mara conoscesse la storica trattoria, invece che disquisire ancora sui fatti appena accaduti.
«Sì, qualche volta», rispose lei incerta. «Allora avrà assaggiato i meravigliosi antipasti e gli spaghetti al nero di seppia. Ricordo ancora una mia cena risalente al 1988. Per la cronaca ero latitante, a causa del solito accanimento giudiziario che ho subito negli anni. Detto questo ero a Venezia in occasione della mostra di un artista che amo e di cui ho molte opere in collezione, Federico Zandomeneghi, fra l’altro veneziano. Quella sera a cena, al tavolo accanto al mio c’era James Coburn, protagonista del film Giù la testa. Belli quei tempi in cui gli uomini tenevano molto di più all’eleganza e allo stile, rispetto a oggi. Ma pazienza», tagliò corto come se non avesse più voglia di continuare nel ricordo.
Tratto da “I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2024
Mara, l’alternativa

Mara, l’alternativa

Un buon fine settimana in compagnia del banchiere nero e degli altri personaggi di questo quarto romanzo. Da qualche giorno il libro è presente nelle principali librerie.

Il fatto di apparire più giovane di quello che era, la sua aria “alternativa”, accentuata dai numerosi piercing alle orecchie e dai capelli completamente rasati, erano tutti fattori che non giocavano a suo favore in un mondo ancora legato alle apparenze.
Anche quella mattina i presenti la guardarono con un misto di curiosità, perdendosi in battute e risatine mentre lei, incurante, cercava di raggiungere la zona transennata dai nastri della polizia e sorvegliata da due agenti.

Tratto da “I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2024