da Ippolito Edmondo Ferrario | Mag 15, 2023 | News
Il banchiere che non ti aspetti
A quell’ora il sole era già impietoso.
Senza fretta depose il borsone che aveva tenuto in spalla e lo aprì.
Estrasse un Barrett M-107 in calibro 50 BMG, un fucile da tiratore scelto munito di ottica e di bipiede.
Dalla tasca della giacca prese la manciata di munizioni che teneva nel cassetto.
Cinque colpi per una portata utile superiore ai due chilometri.
Un’arma micidiale in mano ai cecchini delle forze speciali.
Raoul era impaziente di vedere da vicino che cosa stesse accadendo sulla piazza simbolo di Milano, ma non aveva certo intenzione di recarvisi.
Da lì godeva di una visuale eccellente, forse anche migliore rispetto a quella di chi vi si trovava in mezzo.
Inserì i colpi nel caricatore.
A confronto del calibro 50 BMG anche le pallottole del 357 magnum, il suo calibro preferito per arma corta, sembravano mentine.
Tolse le protezioni che coprivano le lenti dell’ottica.
Infilò il caricatore e armò l’otturatore.
Si mise in posizione di tiro, iniziando a osservare la piazza, come se dovesse agganciare un obbiettivo da neutralizzare.
Ciò che vide lo impressionò, ma mantenne il suo proverbiale distacco.
Tratto da Assedio mortale a Milano. La terza indagine del banchiere Raoul Sforza
di Ippolito Edmondo Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2023
da Ippolito Edmondo Ferrario | Apr 11, 2022 | News
I diavoli di Bargagli/ Il banchiere e la passione per i revolver
«Non c’è niente da fare, gli americani sono i migliori produttori di revolver da sempre. Non a caso li hanno inventati loro, anche se per esattezza la prima pistola a tamburo fu inventata in Sardegna nel 1833 da tale Francesco Antonio Broccu. Lo sapevate?» domandò loro con estrema naturalezza.
Non giunse risposta perché non gliene diede il tempo. Era sicuro che non se ne intendessero, né di armi, né di storia.
«Sì, il revolver nasce in Sardegna, per la precisione a Gadoni, ma fu Samuel Colt, mi pare tre anni dopo, a depositare il brevetto della sua prima pistola a tamburo, quella che poi fu la capostipite di tante armi eccellenti. Questa è la dimostrazione che oltre alla bravura occorrono astuzia e lungimiranza» dichiarò, aggiungendo: «doti delle quali voi siete decisamente sprovvisti».
Prima di rimettere il tamburo nella sua sede lo fece girare, poi con un movimento del polso lo fece rientrare in posizione di modo che premendo il grilletto l’arma sparasse. Subito dopo riprese la parola. Villa e Stucchi assistevano impietriti, mentre nelle loro menti si affacciava il terrore allo stato puro. Raoul si alzò nuovamente, lasciando volutamente la pistola appoggiata sul divano. Non temeva che uno dei due potesse impossessarsene. Erano come paralizzati, incapaci di ogni reazione. La sola vista dell’arma li annichiliva, offuscandone la mente.
Tratto da I diavoli di Bargagli di Ippolito Edmondo Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2022