Il banchiere che non ti aspetti

A quell’ora il sole era già impietoso.

Senza fretta depose il borsone che aveva tenuto in spalla e lo aprì.

Estrasse un Barrett M-107 in calibro 50 BMG, un fucile da tiratore scelto munito di ottica e di bipiede.

Dalla tasca della giacca prese la manciata di munizioni che teneva nel cassetto.

Cinque colpi per una portata utile superiore ai due chilometri.

Un’arma micidiale in mano ai cecchini delle forze speciali.

Raoul era impaziente di vedere da vicino che cosa stesse accadendo sulla piazza simbolo di Milano, ma non aveva certo intenzione di recarvisi.

Da lì godeva di una visuale eccellente, forse anche migliore rispetto a quella di chi vi si trovava in mezzo.

Inserì i colpi nel caricatore.

A confronto del calibro 50 BMG anche le pallottole del 357 magnum, il suo calibro preferito per arma corta, sembravano mentine.

Tolse le protezioni che coprivano le lenti dell’ottica.

Infilò il caricatore e armò l’otturatore.

Si mise in posizione di tiro, iniziando a osservare la piazza, come se dovesse agganciare un obbiettivo da neutralizzare.

Ciò che vide lo impressionò, ma mantenne il suo proverbiale distacco.

Tratto da Assedio mortale a Milano. La terza indagine del banchiere Raoul Sforza

di Ippolito Edmondo Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2023