Fine estate del 2003. Quindici anni fa. Sembra passata una vita ed in effetti è così. Mi ricordo ancora incredulo quando ricevetti la lettera-invito per partecipare, in qualità di ospite, ad una delle serate dell’edizione Libri di Liguria, storica rassegna dell’editoria regionale che si teneva, e si tiene, a Peagna, nei presso di Ceriale (www.libridiliguria.it).

E ancora più incredulo fu quando la  domenica mattina del 31 agosto, seduto ai tavoli dell’Albergo San Michele di Celle Ligure, sfogliando i quotidiani, vidi il mio nome. Mi sembrava una cosa fuori dall’ordinario. Venivo citato tra gli ospiti della serata.

Di quella prima presentazione ho alcuni ricordi. Il primo è legato al mio arrivo a Peagna, poco prima di sera. Ero giunto con un certo anticipo. Come mia consuetudine all’epoca mi spostavo unicamente in moto. Ricordo un tramonto stupendo sul mare, in lontananza. Io fermo sul ciglio della strada, tempo di una sigaretta e di respirare l’aria fresca delle montagne alle mie spalle. Ero agitato essendo la mia prima apparizione di fronte ad una platea. Il parlare in pubblico non mi sarebbe mai piaciuto neppure negli anni a venire, ma mi ci sono abituato. Questione di timidezza e pudore. Poi non nascondo che in certe presentazioni mi sono divertito e tuttora mi diverto. Ma l’idea di essere di fronte ad una platea, piccola (quasi sempre) o media, un po’ mi infastidisce.

L’altro ricordo è legato al clima di cordialità che mi fu riservato e alle persone giunte ad ascoltarmi. Devo ammettere che dopo le mie prime battute mi sentii a mio agio, merito del Prof. Franco Gallea che introduceva gli ospiti della serata. Tra questi c’era un bravissimo fotografo, tale Enrico Pelos, fra altro autore di ottime guide sulla Liguria (www.enricopelos.it).

Anni dopo il buon Pelos si sarebbe ritrovato a interpretare il ruolo di un moderno druido nei panni di “Pelos il Selvadego” nel mio romanzo “Miracolo a Castelvecchio di Rocca Barbena”, Internos Edizioni (www.internosedizioni.com).

Come dicevo da allora sono passati parecchi anni, ma il ricordo di quella sera, magari un po’ sbiadito, permane. A volte ho l’impressione che tutto sia cominciato lì. In quel piccolo paese, una sera di fine estate, guardando un tramonto. Io e la mia moto.

La Stampa, 31 agosto 2003