La nascita del romanzo: dalla foto delle Pietre d’Inciampo al banchiere nero in trasferta a Venezia

La nascita del romanzo: dalla foto delle Pietre d’Inciampo al banchiere nero in trasferta a Venezia

Come ho già raccontato durante le prime presentazioni milanesi del romanzo, l’idea dello stesso  nasce quando mi imbattei, quasi per caso, nella foto delle Pietre d’Inciampo, presenti a Venezia, dedicate al piccolo Leo Mariani e a sua madre Pia Cesana Mariani.

Anche il banchiere, in una solitaria notte veneziana, si ritrova a rendere omaggio alla memoria di questi due vittime della Shoah e naturalmente lo fa a suo modo, lontano da occhi indiscreti e con il revolver nella fondina perché il banchiere non crede nel perdono, ma solo nella vendetta.

Buona lettura.

 

Raoul raggiunse il civico 1600 di Cannaregio.

Camminava con calma, non per la stanchezza, quanto per la necessità di meditare e soffermarsi su quel momento.

Scorse un luccichio proveniente da terra, poco più in là rispetto a dove si trovava.

Affrettò il passo, mosso da una strana emozione.

Giunse alle pietre d’inciampo del piccolo Leo Mariani e di sua madre Pia Cesana Mariani.

Si chinò e vi pose sopra la mano.

Rimase lì, per qualche istante, come sospeso in quel gesto il cui significato più intimo era palese solo a lui.

Cedette alla commozione, ma fu questione di attimi.

Il banchiere si rialzò, sistemando la fondina che portava alla cintola, nella quale era alloggiata la Smith & Wesson 627.

Subito dopo si allontanò nella notte.

 

Tratto da “I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2024