Pillole d’Arte e di Storia in un noir

Pillole d’Arte e di Storia in un noir

«Sanfourche nacque a Bordeaux nel 1929, ma si trasferì a vivere a Rochefort sur Mer con i genitori.
Si inserì nel solco artistico tracciato da Gaston Chaissac, uno degli esponenti dell’Art Brut.
Per alcuni Sanfourche non era all’altezza del citato pittore, ma io l’ho sempre trovato curioso…
Insieme ad altri due artisti so che partecipò alla creazione di una grande stele commemorativa, per ricordare la cattura e l’esecuzione avvenuta a St. Léonard de Noblat, a opera di alcuni membri della Resistenza francese, dello Sturmbannführer Helmut Kämpfe, considerato un eroe della Divisione SS Das Reich.
Questo atto fu anche alla base della rappresaglia successiva che i tedeschi fecero nel villaggio di Oradour sur Glane, dove furono uccise seicentoquarantatre persone tra uomini, donne e bambini.
Una delle frasi più celebri di Sanfourche per raccontare la sua arte era: “non sono un artista, ma un uomo che realizza cose tra l’arte e la magia delle caverne”», raccontò Raoul senza voler sembrare lezioso o pedante.
Tratto da “I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2024
Recensione de I diavoli di Bargagli su Il Cittadino di Lodi

Recensione de I diavoli di Bargagli su Il Cittadino di Lodi

Recensione de I diavoli di Bargagli su Il Cittadino di Lodi

 

 

Un lungo filo unisce gli ultimi giorni della seconda guerra mondiale alla nostra attualità. Un’oscura vicenda vede fronteggiarsi i nazisti in ritirata e i partigiani sui monti dell’entroterra ligure. Una storia che sembrava sepolta torna invece in superficie e innesca meccanismi di un racconto giocato su più piani temporali e dall’impeccabile equilibro narrativo.

Ippolito Edmondo Ferrario, milanese con legami familiari alla terra lodigiana, autore, tra gli altri, di scritti sulla figura di Paolo Gorini, torna al romanzo e lo fa con “I diavoli di Bargagli”, edito da Fratelli Frilli.

Indiscusso protagonista è Raoul Sforza, affascinante e sfuggente faccendiere e mago della finanza meneghino già al centro di una precedente indagine “privata” firmata da Ferrario (Il banchiere di Milano, 2021).

Ricco, cinico, sprezzante e poco incline ai rapporti umani, Sforza viene chiamato in causa, suo malgrado, da una lettera che lo fa precipitare in una realtà intima e personale dalla quale emerge un aspetto sentimentale e doloroso che il lettore troverà inusuale, visto il suo temperamento.

Il romanzo, un giallo-noir con accurati riferimenti storici e una strepitosa track list (Raoul è un grande appassionato di musica e le citazioni di brani rock e classici si sprecano) si srotola tra Bonassola (luogo del cuore di Sforza), i monti del’entroterra del Levante ligure e l’antica dimora milanese del solitario ed elegante protagonista.

Nelle case di Milano e Bonassola Roul Sforza ritrova la propria dimensione personale, incontra personaggi a tratti ambigui ed equivoci, tesse tele occulte ed elabora teorie riguardo fatti che lo videro protagonista agli albori degli anni Ottanta e che tornano all’improvviso nella sua vita, riacutizzando un’antica ferita.

Un romanzo ben scritto, un intreccio appassionante e un finale sorprendente sono gli ingredienti di questo noir crudo e raffinato nello stesso tempo, dove  gli attori che animano la storia rivelano spesso un lato oscuro e tenuto sottotraccia: lato che non sfugge al banchiere-investigatore milanese. Passo dopo passo, incontro dopo incontro, il quadro si chiarisce, un uomo e un’intera comunità fanno i conti con il loro passato.

Arrigo Boccalari