da Ippolito Edmondo Ferrario | Apr 24, 2018 | News
Alla Scoperta di Milano sotterranea
Newton Compon Editori, 2018 – 512 pagine – 12 euro
PASSAGGI SEGRETI, CRIPTE, GALLERIE, LABIRINTI E CUNICOLI TUTTI DA ESPLORARE
Questo libro si concentra su cosa rimane, in alcuni quartieri di Milano, di fontanili, torrenti, fiumi, rogge, canali, laghetti e darsene.
Ma non solo.
Si sofferma sul racconto delle opere militari che hanno difeso la città fin dai suoi tempi più remoti, come le stesse hanno modificato il tessuto urbano e quali si possono ancora visitare.
Contiene precise indicazioni per giungere in ipogei silenziosi dove si celebravano riti prima pagani e poi cristiani, sepolcreti e cripte. Il punto di vista privilegiato da questa guida è quello sotterraneo, un invito a guardare la città dal basso: dai posteggi sotterranei alle linee metropolitane che hanno sventrato Milano, cementificandola fin nel profondo.
Ci caleremo nelle sue viscere, esplorando e documentando quella che fu una delle più interessanti e meglio architettate vie d’acqua del Medioevo e del Rinascimento italiano ed europeo.
Nel ventre della città per documentare cosa resta di un immenso patrimonio architettonico a uso civile e militare
Tra i luoghi del libro
L’oro fantasma
Le acque del passato
Cemento armato contro bolidi d’acciaio
Passeggiate nel tempo passato: visite agli scavi archeologici
Le opere di uso militare
A piedi o in bicicletta per … “Milano sotterranea”
Sotterranei leggendari
Silenziosa popolazione sotterranea
Architetture da combattimento
Passaggi segreti del castello nell’immaginario popolare
Dai celti a Leonardo da Vinci
Milano costruisce un acquedotto moderno
Dal 28 marzo 2018 in libreria
da Ippolito Edmondo Ferrario | Apr 18, 2018 | News
Presentazione del romanzo “Ultimo Tango a Milano”
di Ippolito Edmondo Ferrario Fratelli Frilli Editori
Giovedì 10 maggio, dalle ore 19.00, presso la libreria Parole&Pagine.
Ad introdurre la serata il giornalista e scrittore Roberto Allegri
Giovedì 10 maggio 2018, a partire dalle ore 19.00, si terrà presso la libreria Parole&Pagine (C.so di Porta Nuova, fronte civico 32, 20121, Milano) la presentazione del romanzo noir “Ultimo Tango a Milano”, di Ippolito Edmondo Ferrario, edito da Fratelli Frilli Editori. La serata verrà introdotta dal giornalista e scrittore Roberto Allegri. Si tratta di un avvincente giallo, che ripercorre gli itinerari e i luoghi reali della “Milano da bere” degli anni ’80. Il protagonista del libro, Gunther Sander: ex-mercenario tedesco che negli anni ’60 ha combattuto in Congo, gestisce ormai da qualche tempo il Bodega; noto night-club di Milano. Dopo la prematura scomparsa del figlio Alain, avvenuta diversi anni prima, la vita di Gunther si trascina senza alcuno scopo apparente. L’inaspettato arrivo dell’amico ed ex-commilitone Albert, in concomitanza con una storia di droga e la tragica morte di due giovani, gli daranno una scossa e lo porteranno ad investigare sulla vicenda. Per scelta di Ferrario, i diritti d’autore di “Ultimo Tango a Milano” saranno devoluti alla Fondazione de Marchi (Milano), che dagli anni’70 si colloca al fianco dei bambini in cura presso la Clinica Pediatrica de Marchi e delle loro famiglie. Ippolito Edmondo Ferrario è autore di numerosi saggi e romanzi. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo le edizioni 2018, 2015 e 2013 di “Alla scoperta di Milano sotterranea” (con Gianluca Padovan, Newton Compton Editori).
Ufficio Stampa Ippolito Edmondo Ferrario: Fratelli Frilli Editori Tel. 010. 3071280 Ardeche Comunicazione Tel. 02.2367048 r.a. www.ippolitoedmondoferrario.it/ Facebook.com – Ultimo tango a Milano Booktrailer: www.youtube.com/watch?v=2umQWqy927g
da Ippolito Edmondo Ferrario | Mar 26, 2018 | News
Ho pensato di scrivere qualche riga per presentarvi il mio nuovo romanzo noir “Ultimo tango a Milano”. Non è facile per un autore essere obbiettivi nei confronti di quello che scrive, lo ammetto. Abbiate un po’ di indulgenza nei confronti del sottoscritto.
Iniziamo dal titolo che potrebbe ispirare atmosfere cinematografiche con il giovane Marlon Brando protagonista. Quelle mettetele da parte, ma non il tango. Il tango, la musica ed in particolare quella jazz, fanno da sfondo a questa storia. In diversi momenti c’è una canzone, un pezzo particolare, ad accompagnare i protagonisti della vicenda.
Anzi vi consiglierei di leggere il libro con in sottofondo le note del clanirettista Artie Shaw.Vi aiuterà ad immergervi nel mondo di Gunther Sander, proprietario del Bodega, uno dei night club più in voga e frequentati nella Milano del 1984.
Gunther (che qualcuno di voi forse ha già incontrato nel racconto “È solo un arrivederci” contenuto nell’antologia “Una finestra sul noir” a cura di A. D’Amaro, Fratelli Frilli Editori e dedicata allo scomparso editore Marco Frilli) è un personaggio dal passato insolito e dal presente cupo. Già volontario di guerra in Congo nella metà degli anni Sessanta, aggregato al Sesto Commando, Gunther ha poi vissuto per diversi anni in Francia, “dilettandosi” nel rapinare banche insieme ad Albert, suo ex commilitone.
Qui, la morte accidentale di suo figlio, il piccolo Florian, incrinerà per sempre la sua anima, il suo spirito di ribelle e anticonformista. Da quel giorno qualcosa si è rotto in lui. Nulla sarà più come prima.
Gunther si discosta quindi dai personaggi che normalmente animano il panorama del noir italiano. Non è un vanto, ma un dato di fatto. Non ci sono giornalisti investigativi, poliziotti e carabinieri che indagano su un crimine per un senso del dovere o desiderio di giustizia.
Qui c’è solo Gunther e la sua coscienza, i suoi valori, che la maggior parte delle volte non collimano con quelli dell’uomo comune. Ma poco importa. Lui e Albert si considerano dei combattenti in un mondo che sostanzialmente è loro avverso. “Non marceremo più come eravamo avezzi. La nostra folle schiera non esiste più” dice spesso Gunther citando Ernst Von Salomon autore de I Proscitti, libro che racconta le gesta dei Corpi Franchi tedeschi a cavallo delle due guerre mondiali.
Gunther si muove come un fantasma malinconico nella Milano, in apparenza dorata, degli anni 80. Una Milano da bere, dove tutto è possibile e dove tutto appare alla portata di chiunque voglia ottenerlo. Senza remore o scrupoli.
“Ultimo tango a Milano” è dunque un tuffo nella città di quel tempo.
Non ho la pretesa di aver raccontato quel periodo, ma ho cercato di evocarne le atmosfere che io stesso ho vissuto e percepito, seppur da bambino.
Quegli anni in cui i ragazzi della Milano “bene”, lasciatisi alle spalle l’epopea politica e umana di San Babila, avevano fatto dell’omonima piazza un luogo di aggregazione nuovo, caratterizzato dalla moda dei Paninari. Abbigliamento, abitudini, gergo, locali, discoteche, motociclette e automobili di quegli anni…nel libro troverete anche questo.
Essendo un noir ho concepito una storia “figlia” del periodo, legata al mondo della malavita e della droga. Una malavita violenta che faceva sentire la propria presenza sul territorio soprattutto con le armi, con i suoi uomini e i suoi clan. Non che la situazione milanese oggi sia migliorata, ma i cartelli che controllano il traffico degli stupefacenti non hanno più bisogno di impegnarsi in infinite e sanguinarie faide condotte con sparatorie in strada e nei locali. Le nuove frontiere sono il settore finanziario e gli investimenti, il riciclaggio: meno killer in giro e più uomini d’affari in doppiopetto. Nella Milano del 1984 c’era poi lo spettro dell’eroina che avrebbe condizionato un’intera generazione di ragazzi, alcuni salvatisi e altri mai più usciti da essa con risultati devastanti.
Non voglio aggiungere altro, anche perché non ci riuscirei.
Vi posso solo invitare a leggere questa storia e a conoscere meglio Gunther.
Ultimo Tango a Milano. La prima indagine del Maggiore Gunther Sander
Fratelli Frilli Editori, 207 pagine, 12,90 euro
www.frillieditori.com
(si ringrazia Bircide il Paninaro per parte del materiale fotografico relativo agli anni 80)
da Ippolito Edmondo Ferrario | Feb 13, 2018 | News
“Gli stranieri affamati alimentano la criminalità”
Lo dice Luciano Lutring, l’ex “solista del mitra”
Ippolito Edmondo Ferrario
Secolo d’Italia, 7 novembre 2007
Luciano Lutring, il famoso “solista del mitra”, considerato negli anni Sessanta il nemico numero uno di banche e portavalori, ha da tempo cambiato stile di vita e opinioni sulle cose. Con un passato burrascoso alle spalle e un lungo conto con la giustizia completamente saldato, oggi è un padre di famiglia, ha due figlie adolescenti, un divorzio alle spalle e svariati interessi. Al “machinepistol” che un tempo trasportava elegantemente nella custodia di un violino, oggi Lutring preferisce sia i pennelli (è un apprezzato e talentuoso pittore), che la penna. Ha pubblicato fino ad oggi alcuni libri, tra cui un’intensa autobiografia Catene spezzate (Agar Edizioni) in cui Lutring si racconta e mostra tutto il suo lato umano, i suoi drammi, le sofferenze, il suo travagliato cambiamento. Oggi a settant’anni Lutring ha voglia di comunicare, di parlare di quei tempi andati, di esprimere la sua sulla malavita organizzata e non, sull’emergenza sicurezza, sulla paura nelle metropoli. Tanto che nei giorni scorsi lo scrittore Andrea G.Pinketts lo ha presentato al Sud Dinner Bar di via Solferino a Milano, proprio nelle vesti di scrittore. Del resto, soloun giallista scapestrato e “scapigliato”, per dirla alla milanese, come Pinketts, che ha condotto in passato indagini sulla mala rischiando in prima persona, poteva presentare il “solista del mitra” per comprenderne appieno tutto il lato sofferto e genuino di questo personaggio che ha davvero molto da dire.
Luciano Lutring scrittore. Come ha iniziato questa sua seconda, per così dire, carriera?
E’ una storia lunga, iniziata la sera del 1 settembre del 1965 quando mai avrei pensato di finire crivellato di proiettili della Sureté francese. Assieme a due miei complici, un belga ed un algerino, stavamo rientrando a Parigi, quando quest’ultimo disse: “Ho poca benzina nel serbatoio”. Più volte rimproverai l’algerino di avidità. Anche se la macchina sulla quale viaggiavamo era rubata, bisognava sempre tenerla controllata. Fermata la vettura ad una stazione di servizio, nell’ombra del parcheggio sostava una Pegeaut della Polizia criminale poichè quella stazione di servizio era stata più volte rapinata. Costoro speravano che qualcuno ripetesse quella losca operazione per saltargli addosso di sorpresa. Noi non essendo rapinatori di benzinai, non ci facemmo caso. Quando accanto alla portiera trovammo due corpulenti poliziotti che ci chiesero i documenti, l’autista impaurito ingranò la marcia lasciandoli a bocca aperta. L’inseguimento per le vie di Parigi durò qualche minuto, poi un grido dell’algerino ci accapponò la pelle: “Siamo a secco. Li abbiamo alle spalle. Si salvi chi può”. Io essendo seduto sui sedili posteriori mi lanciai fuori della portiera. Gli altri due perdendo tempo a cercare le pistole sotto i sedili. Mentre fuggivo zigzagando nel buio della notte, echeggiarono diversi spari. Un agente inseguendomi, vedendo che non mi fermavo sparò altri colpi e due di questi mi centrarono nella schiena. In un primo istante non sentii dolore. Continuai a fuggire. Altri colpi mi centrarono nella gamba desta e nel braccio sinistro. Persi una delle due pistole. Sparai pure io in alto per intimidire l’inseguitore. Ma questo non mollò la sua preda. Un’ora dopo mi trovarono sotto un portone morente. Fui trasportato in sala operatoria. Per quaranta giorni rimasi in coma. Un’ infezione di piombo era il problema più grave. Alla fine superai pure quella e alcuni giorni dopo mi trasportarono nel tetro carcere della Santé di Parigi rinchiudendomi nella vecchia sezione di alta sorveglianza. Il mio isolamento durò 5 anni e 8 mesi. Poi il processo e la condanna a 20 anni di lavori forzati. Fu così, che iniziai a scrivere e a dipingere per vincere la solitudine e non impazzire dal silenzio che regnava intorno a me. Solo il rumore di porte sbattute e chiavistelli addolciva quel penoso silenzio. Ciò malgrado riuscii a fare uscire clandestinamente su dei rotoli di carta igienica la storia della mia vita. La casa editrice Longanesi la pubblicò con un titolo appariscente Il pianista del mitra. Nel 1966 e il regista Carlo Lizzani, attratto dalla risonanza della cronaca, ne trae un bel film, intitolandolo Lutring, svegliati e uccidi…
Diventò in qualche modo una leggenda nell’immaginario popolare e da rotocalco dell’Italia della seconda metà degli anni Settanta…
La mia vita lo divenne, ma controvoglia. Da piccolo balordo di periferia passavo a venir rappresentato come una gang-star internazionale. Da ladruncolo che spaccò a Milano una vetrina di una pellicceria per regalare a sua moglie Yvonne un cincillà bianco, a “ pericolo pubblico numero 1” che assaltava banche e gioiellerie nelle città più lussuose. Ormai facevo parte dell’informazione più delirante. Un giorno ero considerato un “bandito romantico” che regalava fiori alle commesse derubate, il giorno dopo la primula rossa che sfuggiva alle polizie di tutta Europa. Fiumi di inchiostro attiggevano al mio nome. Ero diventato una fonte di commercio. Molte volte mi accusavano di aver rapinato banche nello stesso giorno e a poche ore di distanza in nazioni diverse.
E oggi, nel novembre del 2007, chi è Luciano Lutring?
Oggigiorno sono un cittadino che rispetta la legge, mi comporto onestamente come debbono fare tutti. Un po’ di tempo fa ho trovato un portafoglio che una ragazza aveva smarrito. L’ho consegnato alla Polizia con documenti e 382 euro di soldi. Non ho ricevuto neppure un ringraziamento.
Che progetti ha per il futuro?
Il mio futuro è ormai pianificato. Vivo con le mie gemelline Natasha e Katisha. Mi sono separato dalla loro madre quindici anni fa ed il tribunale di Verbania mi ha concesso l’affidamento. Ora le “bambine” anno quasi venti anni e prima o poi spiccheranno il volo nel mondo della vita. Di me conoscono tutto. Bene e male spesse volte vanno a braccetto. Sta ad ognuno di noi a scegliere la strada giusta.
Cosa ne pensa del problema “sicurezza”, una vera e propria emergenza politica e sociale che assilla i nostri tempi e i nostri giorni?
E’ un problema troppo grande e non facile a discutersi. Una cosa però va detta e sottolineata: sono troppi gli stranieri disperati e affamati che sguazzano nei bassifondi della delinquenza. E un cane affamato… morde. Uno sciacallo ruba senza rispetto e non guarda se l’individuo che ha di fronte è giovane o vecchio, povero o malandato. Io ho sempre rispettato le regole del codice morale. Vecchi e bambini, pensionati e indigenti li ho sempre rispettati e – nella mia precedente vita – spesso ho allungato pure mazzette di soldi a loro favore. Il mio gesto non era un obolo caricatevole per conquistare un posto in paradiso. Mi è sempre piaciuto più dare che ricevere. Forse il mio cuore mirava ad altri progetti. Ancora oggi mi chiedo: “Se mia madre avesse accettato Yvonne in casa sua, invece di chiuderle le porte, forse non sarei diventato un bandito…”
Qualche anticipazione sul suo prossimo libro. E’ una domanda obbligatoria per ogni scrittore che si rispetti.
L’ultima mia fatica letteraria verrà pubblicata ai primi di gennaio 2008 per Agar Edizioni. Sarà la triste storia di un legionario, tradito nei sentimenti e non solo. La sua avvocatessa di origine “pied noir” cercherà di salvarlo, ma il titolo la dice lunga:L’amore che uccide. Entrambi i personaggi moriranno dopo una lunga lotta con i magistrati che, non accettando l’ O.A.S. del famoso generale Salan in conflitto ideologico con De Gaulle, decidono – come è stato storicamente – di eliminare tutta l’organizzazione. E’ un thriller dolce, nero, rosa e politico, e si rifà a fatti accaduti molti anni fa, quando ero detenuto alla Santé di Parigi.
Ippolito Edmondo Ferrario, classe 1976, vive e sopravvive a Milano, dove si diletta a fare il mercante d’arte. Giornalista e scrittore, ha pubblicato numerosi libri dedicati a Triora, il famoso paese delle streghe, di cui è cittadino onorario, i noir Il pietrificatore di Triora col quale ha dato vita al detective Leonardo Fiorentini, suo alter ego, e Il collezionista di Apricale… e le stelle grondano sangue (rispettivamente Fratelli Frilli Editori, 2006 e 2007).
Infine riporto qui di seguito un commento, scritto dallo stesso Lutring, sulla mia intervista. Mi rimane il rammarico di non essere mai andato a trovarlo di persona. Ciao Luciano, ovunque tu sia.
lutring luciano ha detto…Caro IPPOLITO,
ti ringrazio per il tuo articolo sul SECOLO D’ITALIA che ha reso umana la mia immagine.
Si… Ho sbagliato nella mia gioventù diventando bandito per amore…Per quasi sette ani sono stato uccel di bosco in giro per l’europa… Poi la capitolazione a Parigi… Ferito a morte… Duri anni di carcere… Tanta sofferna… Molta disperazione… Tanta voglia di riemergere… Tornare indietro… Farsi perdonare… Rifare una nuova vita…
E’ stata dura, ma ci sono riuscito…
Due grazie Presidenziali mi hanno ridato la libertà… Oggigiorno vivo serenamente sul lago Maggiore con due figlie che il tribunale di Verbania mi ha affidato dopo la separazione con mia moglie… Dipingo e scrivo…Da trentanni non ho preso più neppure una multa… Rispetto la legge e affronto la mia vita verso il viale del tramonto…I miei settantanni mi aiutano a capire molte cose… E’ anche per questo che molte volte consiglio i giovani ad apprezzare la libertà, poichè una volta perduta si rischia di cadere nel vortice della perdizione senza più possibilità di tendere le braccia al cielo…Concludendo, ti mando un cordiale salutone.
Oggi e sempre, vivo o morto ti
ringrazio.
LUCIANO LUTRING ex… ex solista del mitra
Fonte: http://robertoalfattiappetiti.blogspot.it/2007/11/luciano-lutring-da-bandito-romanziere.html
da Ippolito Edmondo Ferrario | Feb 7, 2018 | News
L’anno passato, il 2017, è stato un periodo di intensa scrittura che a breve darà i suoi frutti. Frutti che potrete trovare in libreria a primavera. Per ora limitiamoci ad una piccola anticipazione su di un nuovo personaggio che inaugurerà una serie di libri. Gli ingredienti sono Milano, la mia città, gli anni 80 (che ho vissuto da bambino), la Milano da bere, che ancora oggi affascina, ed il noir…
Milano, 1984. Gunther Sander, ex mercenario che ha combattuto negli anni Sessanta in Congo con altri volontari europei, da alcuni anni gestisce uno dei più frequentati night-club della città, il Bodega di via Amedei. La morte di suo figlio, il piccolo Alain, avvenuta anni prima in Francia, ha cambiato per sempre la sua vita. Malinconico e introverso, Gunther sopravvive giorno dopo giorno, sforzandosi di adeguarsi al presente e ad una parvenza di normalità. Tutto sembra non avere più un senso per lui, mentre i giorni scivolano lenti e uguali, dividendosi tra la vita notturna al locale e cercando conforto in una relazione con una donna sposata.

Gunther Sander, disegnato dal fumettista Francesco, Bisaro, in uno dei fotogrammi del booktrailer che accompagnerà l’uscita del libro

Gunther Sander, disegnato dal fumettista Francesco, Bisaro, in uno dei fotogrammi del booktrailer che accompagnerà l’uscita del libro