Due presentazioni della nuova versione ampliata del libro “Un parà in Congo e Yemen 1965-1969” (Mursia), di nuovo disponibile in libreria da poco più di un mese dopo che la prima tiratura era andata esaurita.
Venerdì 5 maggio 2018 a Casapound Firenze e sabato 6 maggio 2018 a Casapound Roma. Due bellissime occasioni per parlare del libro e per incontrare Robert Muller ed il sottoscritto. I dettagli in locandina. Si ringrazia sentitamente Casapound per la disponibilità.
In questi giorni è disponibile sia in libreria che on-line (https://www.ibs.it/para-in-congo-yemen-1965-libro-robert-muller-ippolito-edmondo-ferrario/e/9788842559504) la prima ristampa aggiornata de “Un parà in Congo e Yemen”, uno dei libri che più mi sta a cuore tra quelli che ho scritto. Il volume è visibilmente cresciuto nel numero di pagine e ha giovato di un ottimale cambio di copertina.
Si tratta di uno dei libri più intensi e forti che ho mai scritto. Per farlo non ho dovuto ricorrere alla fantasia, quanto alla voglia di ascoltare le parole di Robert Muller, il protagonista di questa vicenda che rappresenta una testimonianza storica, politica ed umana unica nel suo genere.
A breve ricominceremo con le presentazioni e vi terremo aggiornati, tramite questo canale, su dove e quando poter incontrare Robert ed il sottoscritto.
Una curiosità di questi giorni che precedono la Pasqua del 2018. A Sanremo infuria ancora la polemica innescata dall’ANPI dopo la presentazione di questo libro presso la Federazione Operaia Sanremese, organizzata gentilmente dall’Associazione “Et Ventis Adversis”. A introdurre il sottoscritto ed il libro, il giorno 11 novembre del 2017, c’era un magistrale Freddy Colt. Di questi giorni è la notizia che ancora si discute in Comune a Sanremo su fascismo, antifascismo e altri temi di evidente attualità quando non si ha altro a cui pensare…Il sottoscritto non può che invitare chiunque, in primis chi non ha letto questo libro, a leggerlo e ad imparare qualcosa che ignora. Esattamente come ho fatto io, ascoltando la storia di Robert Muller.
Una sera di marzo, piuttosto fredda (anzi freddissima, sembrava gennaio!) ho voluto visitare, per l’ennesima volta, alcuni dei luoghi in cui ho ambientato il noir Ultimo tango a Milano.
Per l’occasione sono stato affiancato da due personaggi singolari. Il primo è Riccardo Mari, eclettico fotografo milanese, artista, pittore e da qualche mese anche scrittore (è autore del romanzo Polimero da poco in libreria).
Il secondo è Daniele Savarè, creatore del singolare e raffinato marchio di abbigliamento Connection Knitwear and Clothing (http://connectionknitwear.co.uk). Tutti e tre, seppur infreddoliti, abbiamo percorso le vie che nei mesi prima Gunther Sander, protagonista del mio romanzo, aveva percorso a piedi o a bordo della sua Alfa Romeo Alfetta. Non disponendo dell’automobile del protagonista, Daniele ha pensato bene di presentarsi a bordo di una bellissima Lancia d’epoca. Tra scatti fotografici, ironia ed eleganza (quest’ultima impersonata da Daniele) è nato un servizio fotografico unico nel suo genere. Vi invito a godere questi scatti che evocano fortemente le atmosfere di Ultimo tango a Milano.
Sì, in Ultimo Tango a Milano ci sono anche loro. Per raccontare la mia storia ambientata nel capoluogo meneghino nel 1984 non potevo non parlare di questi ragazzi e del fenomeno giovanile che essi rappresentarono.
Il sottoscritto, pur avendo vissuto in provincia ( a Lodi per esattezza) fino al 1987, ma venendo a Milano nei finesettimana, dei paninari sapeva tutto o quasi. Frequentavo le scuole elementari ed il loro mito c’era, che piaccia o meno.
Mi rendo conto che non tutti coloro che leggeranno “Ultimo tango Milano” potrebbero avere dimestichezza con il mondo dei paninari. Per le nuove generazioni sono “preistoria”…
Ma scriverne per me è stato come fare un salto nel passato, al di là dei giudizi che se ne possono dare a distanza di decenni. Permettetemi però un po’ di rimpianto per quegli anni. Non li rimpiango tanto per me, quanto per chi oggi è bambino. C’era sicuramente un po’ più di spensieratezza. Il futuro sembrava roseo, ed il presente lo era.
Per chi volesse tornare indietro a quegli anni e conoscere meglio la moda lanciata da un gruppo di ragazzi milanesi, può seguire Bircide il paninaro che ha un proprio canale su YouTube www.youtube.com/c/bircide ed una pagina Facebook www.facebook.com/PaninaroBircide/.
Bircide è la memoria storica del movimento dei Paninari e riferimento per tutti coloro che vogliono approfondire un argomento che abbraccia la moda, il costume e le abitudini di un’intera generazione.
Ho pensato di scrivere qualche riga per presentarvi il mio nuovo romanzo noir “Ultimo tango a Milano”. Non è facile per un autore essere obbiettivi nei confronti di quello che scrive, lo ammetto. Abbiate un po’ di indulgenza nei confronti del sottoscritto.
Iniziamo dal titolo che potrebbe ispirare atmosfere cinematografiche con il giovane Marlon Brando protagonista. Quelle mettetele da parte, ma non il tango. Il tango, la musica ed in particolare quella jazz, fanno da sfondo a questa storia. In diversi momenti c’è una canzone, un pezzo particolare, ad accompagnare i protagonisti della vicenda.
Anzi vi consiglierei di leggere il libro con in sottofondo le note del clanirettista Artie Shaw.Vi aiuterà ad immergervi nel mondo di Gunther Sander, proprietario del Bodega, uno dei night club più in voga e frequentati nella Milano del 1984.
Gunther (che qualcuno di voi forse ha già incontrato nel racconto “È solo un arrivederci” contenuto nell’antologia “Una finestra sul noir” a cura di A. D’Amaro, Fratelli Frilli Editori e dedicata allo scomparso editore Marco Frilli) è un personaggio dal passato insolito e dal presente cupo. Già volontario di guerra in Congo nella metà degli anni Sessanta, aggregato al Sesto Commando, Gunther ha poi vissuto per diversi anni in Francia, “dilettandosi” nel rapinare banche insieme ad Albert, suo ex commilitone.
Qui, la morte accidentale di suo figlio, il piccolo Florian, incrinerà per sempre la sua anima, il suo spirito di ribelle e anticonformista. Da quel giorno qualcosa si è rotto in lui. Nulla sarà più come prima.
Gunther si discosta quindi dai personaggi che normalmente animano il panorama del noir italiano. Non è un vanto, ma un dato di fatto. Non ci sono giornalisti investigativi, poliziotti e carabinieri che indagano su un crimine per un senso del dovere o desiderio di giustizia.
Qui c’è solo Gunther e la sua coscienza, i suoi valori, che la maggior parte delle volte non collimano con quelli dell’uomo comune. Ma poco importa. Lui e Albert si considerano dei combattenti in un mondo che sostanzialmente è loro avverso. “Non marceremo più come eravamo avezzi. La nostra folle schiera non esiste più” dice spesso Gunther citando Ernst Von Salomon autore de I Proscitti, libro che racconta le gesta dei Corpi Franchi tedeschi a cavallo delle due guerre mondiali.
Gunther si muove come un fantasma malinconico nella Milano, in apparenza dorata, degli anni 80. Una Milano da bere, dove tutto è possibile e dove tutto appare alla portata di chiunque voglia ottenerlo. Senza remore o scrupoli.
“Ultimo tango a Milano” è dunque un tuffo nella città di quel tempo.
Non ho la pretesa di aver raccontato quel periodo, ma ho cercato di evocarne le atmosfere che io stesso ho vissuto e percepito, seppur da bambino.
Quegli anni in cui i ragazzi della Milano “bene”, lasciatisi alle spalle l’epopea politica e umana di San Babila, avevano fatto dell’omonima piazza un luogo di aggregazione nuovo, caratterizzato dalla moda dei Paninari. Abbigliamento, abitudini, gergo, locali, discoteche, motociclette e automobili di quegli anni…nel libro troverete anche questo.
Essendo un noir ho concepito una storia “figlia” del periodo, legata al mondo della malavita e della droga. Una malavita violenta che faceva sentire la propria presenza sul territorio soprattutto con le armi, con i suoi uomini e i suoi clan. Non che la situazione milanese oggi sia migliorata, ma i cartelli che controllano il traffico degli stupefacenti non hanno più bisogno di impegnarsi in infinite e sanguinarie faide condotte con sparatorie in strada e nei locali. Le nuove frontiere sono il settore finanziario e gli investimenti, il riciclaggio: meno killer in giro e più uomini d’affari in doppiopetto. Nella Milano del 1984 c’era poi lo spettro dell’eroina che avrebbe condizionato un’intera generazione di ragazzi, alcuni salvatisi e altri mai più usciti da essa con risultati devastanti.
Non voglio aggiungere altro, anche perché non ci riuscirei.
Vi posso solo invitare a leggere questa storia e a conoscere meglio Gunther.
Ultimo Tango a Milano. La prima indagine del Maggiore Gunther Sander
Fratelli Frilli Editori, 207 pagine, 12,90 euro
www.frillieditori.com
(si ringrazia Bircide il Paninaro per parte del materiale fotografico relativo agli anni 80)