Milano raccontata dalla Gorgone: i bombardamenti

Milano raccontata dalla Gorgone: i bombardamenti

“Pochi minuti dopo l’una di notte del 13 agosto le prime bombe caddero sulla città… e gli inglesi cercarono proprio di cancellarla nel corso di quella lunghissima ora in cui sganciarono circa duemila tonnellate di bombe tra dirompenti e incendiarie, secondo lo storico Achille Restelli.”

Si passò la lingua sulle labbra, con estrema lentezza, quasi volesse assaporare non solo il ricordo ma soprattutto la sensazione del pizzicore di polvere combusta, per tornare poi a ripetere: “Duemila tonnellate di bombe! Pensi un po’! Duemila tonnellate composte da migliaia di bombe… Ma che dico? Solo gli spezzoni incendiari sganciati ammontavano a circa 380.000! Spaventoso… E senza contare le numerose Blockbusters, che erano una sorta di grossi cilindri da un paio di tonnellate l’uno, dirette in pieno centro, sul Duomo di Nostra Signora… che non venne raso al suolo per purissimo miracolo, come per miracolo rimase in piedi la parete del refettorio delle Grazie con il Cenacolo di Leonardo…”

Monsignor Pozzoni era prostrato, quasi accartocciato su di sé, mentre tenendo la testa piegata sul petto con una mano si massaggiava lentamente l’addome e con l’atra s’aggrappava spasmodicamente al bracciolo tarlato della vecchia poltrona.

“Ma il Feuersturm, la ‘tempesta di fuoco’, non s’innescò,” proseguì misurando bene le parole. “Ovvero, il vortice d’aria calda che saliva dagli incendi come la colonna d’una tromba d’aria, richiamando correnti impressionanti d’aria più fredda dalle regioni periferiche, si smorzò. Forse ne fu la causa una imprevista perturbazione atmosferica. Certo che noi si gridò al miracolo!”

Tratto da “La Gorgone di Milano”

di I.E.Ferrario e G.Padovan

320 pag

Fratelli Frilli Editori

 

Milano raccontata dalla Gorgone: il Carrobbio

Milano raccontata dalla Gorgone: il Carrobbio

Sul Carrobbio vegliava e incombeva la Torre dei Malsani, lacerto dei fasti imperiali romani, mozzicone della torre che forse aveva una gemella e tra le due, si dice, s’apriva una porta, la Porta Ticinensis, quella che chiudeva fuori l’omonimo quartiere sottostante.

La Torre era un ricettacolo di malattie e i malati lenivano le piaghe purulente e le tossi catarrose e sanguinose con l’acqua del pozzo, considerata miracolosa, che stava all’interno. Probabilmente era la sola acqua a disposizione dei lebbrosi, dei colerosi, dei rattrappiti, dei tisici… Tutti lì riuniti assieme in un valzer di morte quando il “feral morbo”, la peste, calava sui borghigiani.

Un sentore tanto di morte quanto di rivalsa aleggiava perenne sul Carrobbio. I più nemmeno si fermavano a bere un bicchiere di vino oppure a desinare nel paio di osterie che vi si affacciavano. La gente comune preferiva fare due passi in più ed inoltrarsi nel delta di vicoli che da qui si dipartiva, per poter mangiare un piatto di pollo arrostito, una zuppa di cipolle e patate, o magari la più tipica cassoeula, a base di verze e maiale.

Tratto da La Gorgone di Milano

di I.E.Ferrario e G.Padovan

320 pag

Fratelli Frilli Editori

Un gelido lunedì sera milanese in compagnia della Gorgone

Un gelido lunedì sera milanese in compagnia della Gorgone

“La Gorgone di Milano” ha fatto il suo esordio in Urban Center, il bel salotto culturale di Milano, in una sera di forte vento che ha spazzato la città in modo impietoso: lunedì 25 marzo 2019.

L’aria gelida, giunta a sedare i tepori primaverili, ha fatto da cornice alla presentazione del primo noir speleologico milanese edito coraggiosamente dalla Fratelli Frilli Editore.

Scritto da speleologi per un pubblico non facilmente impressionabile per le tematiche trattate, “La Gorgone di Milano” è stata introdotta con astuzia intellettuale e simpatia da Gianluca Margheriti, scrittore meneghino e cultore di tutto ciò che è legato alla città. La sua ironia ha smorzato l’alone orrorifico evocato dalla Gorgone.

“La Gorgone di Milano” lo ha pietrificato, come è nella sua natura, ma non al punto da impedirgli di sottoporre gli autori presenti ad una serie di domande sulla genesi del libro.

A fare da padrone di casa Alfredo Spaggiari, mente e cuore di Urban Center, anch’egli catturato dalla Gorgone e dalle sue pericolose inclinazioni sotterranee, speleologiche ed esoteriche.

(La foto che ritrae i due scrittori-speleologi nei pressi di uno dei luoghi dei delitti della Gorgone è di Riccardo Mari)