25 aprile 1945. Nel ricordo del Comandante Bisagno

25 aprile 1945. Nel ricordo del Comandante Bisagno

25 aprile 1945. Nel ricordo del Comandante Bisagno

Ripensò poi con orgoglio al codice, scritto da “Bisagno” stesso e chiamato Codice di Cichero, al quale ci si doveva attenere per rimanere a combattere al suo fianco.

Poche regole, semplici ma fondamentali per dimostrarsi partigiani e non briganti: “In attività e nelle operazioni si eseguono gli ordini dei comandanti, ci sarà poi sempre un’assemblea per discuterne la condotta; il capo viene eletto dai compagni, è il primo nelle azioni più pericolose, l’ultimo nel ricevere il cibo e il vestiario, gli spetta il turno di guardia più faticoso; alla popolazione contadina si chiede, non si prende, e possibilmente si paga o si ricambia quel che si riceve; non si importunano le donne; non si bestemmia”.

Tratto da I diavoli di Bargagli di Ippolito Edmondo Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2022

 

 

I diavoli di Bargagli a tutto volume

I diavoli di Bargagli a tutto volume

 I diavoli di Bargagli a tutto volume
I diavoli di Bargagli è un romanzo noir al cui interno c’è una precisa colonna sonora che accompagna il lettore pagina dopo pagina. La stessa che ha scandito i mesi della stesura del libro e la stessa amata dal protagonista della vicenda, il banchiere milanese Raoul Sforza.
Buona lettura e buon ascolto.
1 Jimi Hendrix, Voodoo Child (Slight Return)
2 Mr Sandman, The Chordettes
3 Mr Sandman, The Chordettes (Cover Blind Guardian)
4 Perfect day, Lou Reed
5 Doot-Doot, Freur
6 Baby did a bad bad thing, Chris Isaak
7 Sonata al chiaro di luna, Beethoven
8 Wild is the wind, David Bowie
9 Real World, Queensrÿche
10 The Sound of Silence, Simon & Garfunkel
11 Seasons of Wither , Aerosmith
12 Eleanor Rigby, The Beatles
13 The end, Doors
14 Come as you are, Nirvana
15 Another Day, Dream Theater
16 Dream on, Aerosmith
17 Notturni, Chopin
18 Una notte sul Monte Calvo, Modest Petrovič Musorgskij
19 American Woman, Lenny Kravitz
I diavoli di Bargagli/ Cristo Re

I diavoli di Bargagli/ Cristo Re

I diavoli di Bargagli/ Cristo Re

Terminò il pasto con due tazze di caffè nero; Lia glielo servì in tavola direttamente dalla moka.

Dopo l’ennesima rapida occhiata all’orologio, si riaccese il sigaro che aveva iniziato a fumare poco prima, durante l’incontro con Villa. Si concesse ancora qualche istante a tavola, assorbito dai suoi pensieri.

Osservò le due tavole quattrocentesche dell’artista rinascimentale Carlo Crivelli appese alle pareti.

Si trattava di due opere d’arte di grandissimo valore che facevano parte della vasta collezione di pittura antica ereditata dal nonno.

Ne amava una in particolare, quella che ritraeva Cristo Redentore attorniato da schiere di angeli alle sue spalle.

La figura del figlio di Dio dominava tutta la verticalità della tavola lignea.

Lo aveva sempre colpito l’espressione fiera e per nulla mite di Cristo.

L’artista lo aveva dipinto con tratti che lo rendevano più simile ad un condottiero che non a colui che viene e rimette i peccati del mondo.

Pur non professandosi cristiano, amava quell’opera e la sensazione di forza e di vittoria che da essa emanava.

Gli occhi di Gesù avevano la stessa durezza e la profondità dello sguardo di un soldato di lungo corso, antico o moderno che fosse, di un uomo d’armi, sopravvissuto a decine di battaglie.

Per Raoul quello era il Cristo combattente, non certo quello che moriva sulla croce per salvare l’umanità.

 

Tratto da I diavoli di Bargagli di Ippolito Edmondo Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2022

 

 

Tullio Moneta ci ha lasciati. L’oca selvaggia è volata

Tullio Moneta ci ha lasciati. L’oca selvaggia è volata

 

Giovedì, 31 marzo 2022, Tullio Moneta ci ha lasciato.

Piace ricordare che combatté per due anni i ribelli Simba per conto dell’ONU con il 5 Commando mercenario anglosassone, fino a ricoprire il grado di Maggiore. Come comandante volontario, insieme ad una pattuglia di volontari, quindi non coperti da assicurazione in caso di morte o di ferimento, partecipò alla liberazione di suore, ostaggi dei Simba. Salvò dall’assassinio un ragazzo poliomielitico ed una vecchia congolese, trovati in un villaggio Simba.
Partecipò come vice-comandante del Colonnello Mike Hoare al fallito tentativo di golpe alle Seychelles per riportare nel campo occidentale il governo di quell’isola, che era stato usurpato da un golpe filomarxista.

Tullio Moneta, sotto la “copertura” di attore, ha sempre lavorato per l’”intelligence” occidentale contro quelle dell’Est sovietico, fino alla caduta del Muro di Berlino.

Tornò in Italia per curarsi una ferita alla gamba destra, causata da un attentato alla sua persona. Ha passato i suoi ultimi anni a Macerata, tra un ricovero e l’altro, soffrendo stoicamente fino alla fine, avvenuta nella tarda serata di giovedì 31 marzo nell’ospedale di San Severino Marche.

Tullio Moneta aveva sempre combattuto per la salvaguardia della civiltà occidentale. Aveva in programma di educare alla lotta i giovani su questa strategia, poiché si era accorto che la nostra millenaria civiltà europea era stata tradita. Non si riconosceva, quindi, nella nuova civiltà, imposta da interessi mondiali, che con l’Europa democratica dei popoli europei nulla ha a che vedere. Diceva che alle democrazie popolari sono state imposte “signorie e principati”, non scelte dal popolo. Quindi, pur nel suo piccolo, c’era da fare qualcosa per ristabilire i diritti dei popoli.

Mi chiedeva sempre, non potendolo magari farlo personalmente, di ringraziare per l’aiuto ricevuto in questi ultimi anni i Servizi sociali del Comune di Macerata, le ACLI, l’Ospedale civile di Macerata, la Clinica Marchetti, la Villa dei Pini e l’Istituto Santo Stefano, l’Ospedale Civile di Civitanova Marche, di Treia, di Camerino e di San Severino, dove è deceduto. E la Casa di Riposo di Mogliano, dove aveva vissuto per alcuni mesi. Infine, un saluto affettuoso ai diversi amici che in Italia hanno collaborato con lui, insieme a quelli maceratesi della sua giovinezza e a quelli di recente conoscenza.

31 marzo 2022

Giorgio Rapanelli


Ritorno a Genova per il banchiere milanese Raoul Sforza. Ed anche per il sottoscritto

Ritorno a Genova per il banchiere milanese Raoul Sforza. Ed anche per il sottoscritto

Sono passati più di vent’anni da quando muovevo i miei primi passi nel mondo dell’editoria, nelle vesti di scrittore.

Gli interessi di allora e le mie passioni, mi portarono a raccontare fin da subito la Liguria; ero ammaliato dalla bellezza di quella regione frequentata d’estate fin da bambino.

Di conseguenza le prime presentazioni ebbero luogo proprio a Genova. Per molto tempo la “Superba” fu una costante della mia vita, grazie anche agli editori che credettero nei miei scritti pubblicandoli.

Successivamente mi impegnai in felici incursioni letterarie nell’estremo ponente Ligure, eleggendo Triora a mio luogo ideale da narrare e divulgare. Ora dopo, dopo anni di assenza, mi sono ritrovato nuovamente a Genova, idealmente accanto al banchiere milanese Raoul Sforza. Vederlo percorrere le strade del centro storico per immergersi nella sua umanità è stato emozionante.

Quando iniziai a scrivere I diavoli di Bargagli pensavo che la storia sarebbe rimasta circoscritta all’alta Val Bisagno, ma poi, come a volte succede, i personaggi letterari hanno un’anima loro e si impongono sullo scrittore. Raoul Sforza voleva tornare nella “Superba” e così è stato.

Grazie Genova per tutto quello che mi hai dato.

«Imposta il navigatore per arrivare alla stazione dei treni di Brignole. Un tempo ci sarei saputo arrivare anche senza quell’affare, ma non bazzico Genova da troppi anni» disse mentre Amedeo si apprestava a digitare sullo schermo la nuova destinazione. Da lì in mezz’ora, affrontando il traffico della Superba, giunsero presso la storica stazione ferroviaria.Genova, città fedele a sé stessa, nella sua fatiscenza architettonica e morale, sempre la stessa nonostante il passare del tempo. Mi sei sempre piaciuta, pur con tutti i tuoi difetti e le tue contraddizioni. In un certo senso mi rispecchio in te o forse guardandoti scorgo una parte di me, rifletté il banchiere, riconoscendo la caotica piazza Giuseppe Verdi.

Tratto da I diavoli di Bargagli di Ippolito Edmondo Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2022