da Ippolito Edmondo Ferrario | Mag 19, 2022 | News
Il banchiere di Milano approda nell’estremo Ponente Ligure. Direzione Bajardo
La strada che imboccò portava in montagna, nell’entroterra.
Ormai inerpicarsi lungo quei percorsi tortuosi e angusti stava cominciando a divenire una costante.
Dopo alcuni chilometri in cui la strada serpeggiava tra villette, frazioni e le tipiche serre della zona, il paesaggio assunse un’altra connotazione.
Superò l’abitato di Ceriana. Scrutò con interesse il paese arroccato sulla roccia. Aveva un che di tetro e di antico che non lo lasciò indifferente.
Lo scrittore Howard Phillips Lovecraft, celebre per le sue rappresentazioni spettrali di una certa provincia americana, probabilmente avrebbe apprezzato quelle architetture tanto vetuste quanto contorte: archi, archetti, sottopassi, strade anguste e ripide, case costruite quasi a strapiombo sulla roccia in perenne lotta con la forza di gravità.
Tratto da I diavoli di Bargagli, di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori
da Ippolito Edmondo Ferrario | Mag 10, 2022 | News
La Pensione Moderna di Bonassola nelle pagine del romanzo noir I diavoli di Bargagli
Raoul si rilassò, guardando l’intreccio creato dai rami di quei pini marittimi all’ombra dei quali era cresciuto.
Si sentì preda della nostalgia per quegli anni lontani in cui era solo un ragazzo e non aveva ancora provato sulla sua pelle i dolori della vita.
La sua Arcadia era lì, in quei luoghi assolati d’estate e solitari in inverno, in quel giardino, lungo i muretti di pietra, sotto le piante di eucalipto, all’ombra della ferrovia che passava lì accanto.
Tratto da I diavoli di Bargagli di Ippolito Edmondo Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2022
(Photographer Chiara Marinucci Model: Beatrice Ginevra Parozzi)
da Ippolito Edmondo Ferrario | Mag 2, 2022 | News
Raoul Sforza ed il furore antico
Il riverbero delle fiamme esasperava la spigolosità e la durezza dei lineamenti del volto di Raoul.
Alcuni sostenevano che il suo viso aveva un che di antico, come quello di certi capitani di ventura dei secoli scorsi, una sorta di moderno Bartolomeo Colleoni.
Anche nei momenti di quiete, l’espressione del banchiere sembrava quella di un uomo per natura incline all’ira e al furore.
Tratto da I diavoli di Bargagli di Ippolito Edmondo Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2022
da Ippolito Edmondo Ferrario | Apr 26, 2022 | News
Il banchiere di Milano, tra musica e buona cucina
Il banchiere si sedette a capotavola. Da una delle playlist del cellulare selezionò la musica che ritenne più adatta per accompagnare il pasto.
Le note del brano Eyes Without a Face di Billy Idol lo riportarono indietro negli anni, esattamente come la lettera che aveva ricevuto.
In questo caso, al 1983.
Lia gli servì una tartare di manzo, condita con quattro tuorli d’uovo, limone, senape e salsa Worcestershire.
Accompagnò il piatto con un calice di Fasti, un vino rosso corposo come piaceva a lui, prodotto dalla cantina Ponziani alle porte di Orvieto.
Tratto da I diavoli di Bargagli di Ippolito Edmondo Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2022
da Ippolito Edmondo Ferrario | Apr 11, 2022 | News
I diavoli di Bargagli/ Il banchiere e la passione per i revolver
«Non c’è niente da fare, gli americani sono i migliori produttori di revolver da sempre. Non a caso li hanno inventati loro, anche se per esattezza la prima pistola a tamburo fu inventata in Sardegna nel 1833 da tale Francesco Antonio Broccu. Lo sapevate?» domandò loro con estrema naturalezza.
Non giunse risposta perché non gliene diede il tempo. Era sicuro che non se ne intendessero, né di armi, né di storia.
«Sì, il revolver nasce in Sardegna, per la precisione a Gadoni, ma fu Samuel Colt, mi pare tre anni dopo, a depositare il brevetto della sua prima pistola a tamburo, quella che poi fu la capostipite di tante armi eccellenti. Questa è la dimostrazione che oltre alla bravura occorrono astuzia e lungimiranza» dichiarò, aggiungendo: «doti delle quali voi siete decisamente sprovvisti».
Prima di rimettere il tamburo nella sua sede lo fece girare, poi con un movimento del polso lo fece rientrare in posizione di modo che premendo il grilletto l’arma sparasse. Subito dopo riprese la parola. Villa e Stucchi assistevano impietriti, mentre nelle loro menti si affacciava il terrore allo stato puro. Raoul si alzò nuovamente, lasciando volutamente la pistola appoggiata sul divano. Non temeva che uno dei due potesse impossessarsene. Erano come paralizzati, incapaci di ogni reazione. La sola vista dell’arma li annichiliva, offuscandone la mente.
Tratto da I diavoli di Bargagli di Ippolito Edmondo Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2022