da Ippolito Edmondo Ferrario | Ott 8, 2024 | News
Giacomo Favretto e la sua Venezia
«Lei è mai stato a Venezia?», gli domandò Mara incuriosita.
La giornalista si sentiva nuovamente soggiogata dai modi di fare bizzarri di Sforza, dal suo conversare, passando da un argomento all’altro, mostrandosi affabile in alcuni momenti, freddo e bellicoso in altri.
«Manco da molti anni, ma è una città che ha un posto speciale nel mio cuore. Per tanto tempo ebbi il piacere di possedere una delle opere pittoriche più belle del grande pittore veneziano Giacomo Favretto. Una veduta del Traghetto della Maddalena. Un dipinto meraviglioso.
Ogni volta che lo osservavo ne rimanevo estasiato».
Tratto da “I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2024
da Ippolito Edmondo Ferrario | Ott 1, 2024 | News
All’alba, una caligine spettrale si era levata lenta dai canali raggiungendo i piani più alti di case e palazzi. Venezia, in giorni come quello, sembrava sospesa in un’atmosfera fiabesca alla quale i suoi pochi abitanti erano abituati.
Chi era nato e cresciuto in Laguna non si stupiva di come essa potesse mutare aspetto repentinamente.
Le calli, i campi e le fondamenta, da luoghi ridenti e affollati di turisti, potevano diventare improvvisamente solitari, gravidi di silenzi a tratti angoscianti.
Tratto da “I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2024
da Ippolito Edmondo Ferrario | Set 30, 2024 | News
Arriva in questi primi giorni di ottobre, nelle migliori librerie e nei principali store digitali, il quarto capitolo della serie del banchiere di Milano.
Buona lettura a tutti.
La trama
Venezia, 20 maggio 1946.
Nel suo studio di fondamenta Orseolo viene ritrovato con il cranio sfondato il cadavere del notaio Giangiacomo Ballarin.
Il solo sospettato, seppur in contumacia, è Alvise Alberton, truffatore e falsario il quale, durante il periodo della passata Repubblica Sociale Italiana, frequentava i vertici dei ministeri presenti nella città lagunare.
Le indagini non portano a nulla e, con la promulgazione dell’amnistia Togliatti, il caso viene definitivamente archiviato.
A distanza di più di settant’anni, Mara Sartori, giornalista di cronaca nera, decide di far luce sulla morte del Ballarin il cui nome è legato alla Shoah veneziana e al presunto ruolo di procacciatore di documenti per gli ebrei in fuga.
La ricerca della verità si trasforma presto per Mara in un susseguirsi di angosciose scoperte e di colpi di scena che la portano all’inaspettato incontro con il milanese Raoul Sforza, meglio conosciuto come “il banchiere nero” per i suoi trascorsi eversivi negli anni Settanta, uomo da sempre al centro di scandali e di processi.
Sforza, una volta giunto a Venezia, si ritroverà ad aiutare la giovane giornalista e nello stesso tempo a ripercorrere un capitolo doloroso e mai svelato della storia della propria famiglia.
I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza
Pagg. 320
Collana SuperNoir Bross
Fratelli Frilli Editori, €16,90

da Ippolito Edmondo Ferrario | Feb 9, 2024 | News
Il banchiere di Milano presto in tutte le edicole d’Italia insieme alla Gazzetta dello Sport
È con immensa soddisfazione che condivido la seguente notizia.
Il 28 marzo 2024, nelle edicole di tutta Italia, in allegato con la Gazzetta dello Sport, per la collana Noir Italia, arriverà Il banchiere di Milano, in una nuova e rinnovata veste editoriale.
Senza la Fratelli Frilli Editori ciò non sarebbe stato possibile.
La mia riconoscenza va a Carlo Frilli e a tutti i miei lettori, vecchi e nuovi.
Prenotate la vostra copia presso il vostro edicolante di fiducia.
Nel frattempo la saga del banchiere continua in libreria.
da Ippolito Edmondo Ferrario | Ago 1, 2023 | News
Il triangolo alla crema che unisce Sanremo a Milano
Lia gli porse un piatto con delle fette di pane nero tostate, burro salato e un triangolo di sfoglia con all’interno della crema pasticciera.
Raoul, estasiato dalla perfezione di quella colazione, si concentrò sul dolce.
“Da quando ho scoperto questa prelibatezza, non sono più riuscito a farne a meno.
Il segreto sta tutto nell’armonia degli ingredienti.
La crema pasticciera, oltre a essere delicata, non è poca, ma neppure troppa.
In certe miserevoli pasticcerie ne metterebbero soltanto un velo, naturalmente per andare al risparmio”, osservò sprezzante.
Raoul detestava i piccoli calcolatori da bottega, coloro che inventavano forme di risparmio tese a un misero guadagno a scapito degli altri.
Un pasticciere che risparmiava sugli ingredienti ai suoi occhi altro non era che un patetico spilorcio.
“Ma anche l’eccesso di crema avrebbe due aspetti negativi.
Il primo, da subito evidente, sarebbe quello di rendere pesante e stomachevole un dolce così appetibile e leggero.
Il secondo, forse anche peggiore dell’altro, di renderne difficile l’assaggio.
Vedere la crema pasticciera che cola ai lati della bocca di chi lo addenterebbe mi farebbe passare la voglia di mangiarlo.
Le scene più ripugnanti le ho proprio viste in certi bar, quando taluni avventori masticano le brioche insozzandosi di briciole o di crema, alla stregua di maiali che rotolano nella loro sozzura”, proseguì il banchiere, perdendosi nelle sue elucubrazioni mattiniere a voce alta alle quali Lia aveva fatto l’abitudine.
“Il vero peccato è che la pasticceria “Alla foce”, di Sanremo non sia qui dietro l’angolo.
Mi auguro solo che la proprietaria, Patrizia, mantenga la parola e mi rifornisca, ogni volta che lo desidero, di questa delizia”, concluse lui, rivolgendosi alla governante che annuiva.
Dopo aver terminato di servirgli la colazione, la donna tornò nelle cucine, lasciandolo solo.
Tratto da “Assedio mortale a Milano. La terza indagine del banchiere Raoul Sforza” di Ippolito E.Ferrario, Fratelli Frilli Editori