La Gorgone di Milano. Prima presentazione milanese, lunedì 25 marzo 2019 presso Urban Center

La Gorgone di Milano. Prima presentazione milanese, lunedì 25 marzo 2019 presso Urban Center

Fresca di stampa a tal punto che noi autori non abbiamo avuto ancora il piacere di tenerla fra le mani perchè, mentre il sottoscritto mette insieme queste poche righe, il volume sta per arrivare dalla tipografia alla distribuzione…

“La Gorgone di Milano” (Fratelli Frilli Editori) giungerà fisicamente nelle mani di noi autori il giorno stesso in cui avremo il piacere di raccontarla e presentarla al pubblico. A introdurci ci sarà lo scrittore milanese Gian Luca Margheriti che di Milano se ne intende parecchio e saprà districarsi nei labirinti, non solo sotterranei, di cui si parla nel libro. Vi aspettiamo dunque lunedì 25 marzo alla ore 18.00 presso Urban Center, Galleria Vittorio Emanuele II, (angolo Piazza della Scala)

 

 

“La Gorgone di Milano”: un’indagine nel sottosuolo di Milano fra omicidi e antichi misteri

“La Gorgone di Milano”: un’indagine nel sottosuolo di Milano fra omicidi e antichi misteri

Ci siamo. Finalmente per noi autori, Gianluca ed il sottoscritto, è giunto il momento di darne il lieto annuncio…Un anno di lavoro, vissuto  con tanta passione e dedizione, alternando le esplorazioni speleologiche sotto la città alle ore trascorse alla tastiera a scrivere. Per noi “La Gorgone di Milano” è l’inizio di un viaggio avventuroso e inquietante in compagnia di Sirio. Soltanto l’inizio. Buona lettura.

Gianluca e Ippolito

 

“La Gorgone di Milano”un nuovo, coinvolgente giallo firmato Ippolito Edmondo Ferrario e Gianluca Padovan, sbarca in libreria, edito da Fratelli Frilli Editori.

Questa volta, la proficua collaborazione fra lo scrittore milanese e lo speleologo di adozione meneghina ha portato alla realizzazione del primo avvincente noir scritto a quattro mani dalla coppia e ambientato nei misteriosi luoghi sotterranei della città della Madonnina.

Silvio Furlan, classe ‘63, è un single incallito con un matrimonio archiviato e figli ormai adulti. Speleologo e bibliotecario, da decenni esplora il sottosuolo di Milano, tanto da essere considerato un esperto della speleologia in cavità artificiali. A lui si rivolge Mons. Luigi Servidati, parroco della basilica di S.Eustorgio, per affidargli l’incarico di studiare alcuni luoghi al di sotto dell’edificio religioso. Già svariati anni prima, il suo predecessore Mons. Egisto Pozzoni aveva interpellato Furlan per la stessa ragione, autorizzandolo ad esplorare solo una determinata area dei sotterranei e impedendogli di smurare un misterioso cunicolo.Addentrandosi in corridoi e gallerie ormai dimenticati, calandosi in stretti pozzi e cripte, lo speleologo milanese si troverà ben presto a dover far luce su una serie di efferati omicidi e fitti misteri che affondano le proprie radici nella millenaria storia del quartiere Ticinese. Furlan scoprirà, così, il mistero della Gorgone di Milano, dal leggendario mostro della mitologia greca con serpenti al posto dei capelli e la capacità di trasformare in pietra chiunque lo guardi negli occhi. In “La Gorgone di Milano” emerge una profonda conoscenza del capoluogo lombardo e del suo sottosuolo, ampiamente esplorato dagli stessi autori e da loro descritto anche in altri libri. L’alone di segretezza che da sempre caratterizza i siti ipogei si lega, in quest’opera, a un’appassionante vicenda investigativa che, fra suspense ed intrighi, riesce a tenere con il fiato sospeso il lettore che si addentra nelle sue pagine come il protagonista nei cunicoli sotterranei.

 “La Gorgone di Milano”, Fratelli Frilli Editori,€ 14.90, è in distribuzione dal 25 marzo nelle migliori librerie

Il booktrailer, che accompagna l’uscita del libro, vede l’attore Alberto Bergamini interpretare lo speleologo Sirio Furlan. Regia di Marzio Mirabella, soggetto di Massimo Santimone.

Gunther Sander torna in 44 gatti in noir

Gunther Sander torna in 44 gatti in noir

Dopo Ultimo Tango a Milano il maggiore italo tedesco Gunther Sander torna in libreria in una straordinaria raccolta di racconti noir, targata Frilli, curata dallo scrittore Armando d’Amaro. Questa volta il tema dei racconti, tutti rigorosamente noir, sono i felini. La raccolta che segue quella uscita l’anno scorso intitolata “Una finestra sul noir” è anch’essa dedicata alla memoria di Marco Frilli, fondatore dell’omonima casa editrice genovese. Qui di seguito un estratto del racconto Un gatto fortunato di Ippolito Edmondo Ferrario.

 

Katanga, il colosso congolese, tamburellava con le dita sulle guancette di legno della 45 che teneva appoggiata sulle ginocchia. Ad intervalli accarezzava la canna brunita. -Sei nervoso?- gli chiese Gunther seduto al suo fianco, al posto di guida, con una Gitanes accesa che gli pendeva dalle labbra. Ad ogni tiro il bagliore rossastro illuminava il volto squadrato del tedesco. -No. Ma, non mi sono mai piaciute le attese- specificò Katanga tenendo lo sguardo fisso sull’ingresso del locale. Qualche cliente, di tanto in tanto, usciva alla spicciolata sotto il diluvio universale di quella fredda notte milanese. -Bravi, andatevene a casa- mormorava ansioso Gunther nell’osservarli. Era da più di un’ora che erano parcheggiati lì, a bordo di un’alfa Romeo Giulia color crema. Il crucco avrebbe preferito una macchina dal colore meno appariscente, ma Albert aveva recuperato quella. Ed era proprio Albert che avrebbe dovuto dare il segnale di via libera. Doveva affacciarsi all’uscita del locale, accendersi una sigaretta e intrattenersi con il buttafuori. Quello sarebbe stato il segnale convenuto. Gunther era stato chiaro in merito. Fino a quando nel night ci sarebbero stati clienti, non sarebbero entrati. -Mi sembra di essere ritornato indietro negli anni. Quelle infinite attese nella boscaglia, acquattati come topi, magari sotto l’acqua, in attesa dei ribelli- mormorò Gunther tornando con la memoria ai tempi del Congo.-Qui siamo all’asciutto almeno- scherzò Katanga mettendo in mostra una dentatura perfetta e bianchissima. Erano le tre del mattino e il pacchetto di Gitanes stava accartocciato sul cruscotto della Giulia. Gunther dava segni di impazienza. -Scommetto che è dentro che fa il cretino con qualche troia- ringhiò Gunther spazientito. A quella parole, sulla porta del locale, comparve lui, Albert. Indossava il suo giubbotto di pelle, pantaloni a zampa e scarpe Barrows a punta. -Cristo, sembra un ballerino- commentò Gunther rimettendosi dritto sul sedile e guardando con attenzione ai gesti dell’amico. Costui si guardò un po’ intorno. Non aveva mai smesso di piovere, Si posizionò in prossimità della porta, accanto all’uomo del clan che faceva la selezione dei clienti. Era una vecchia conoscenza di Gunther, uno con un passato nell’anonima sequestri. Albert si accese una sigaretta e iniziò a scambiare quattro chiacchiere con l’uomo che non sembrava molto affabile.-Andiamo- tagliò corto Gunther infilandosi il passamontagna in testa e controllando l’arsenale un’ultima volta. Indossava un impermeabile lungo, sotto il quale celava un fucile a pompa in calibro 12 con la canna accorciata per renderlo più occultabile. In tasca aveva anche due bombe a mano.

 

Alcune recensioni, in ordine sparso, del noir “Ultimo tango a Milano”

Alcune recensioni, in ordine sparso, del noir “Ultimo tango a Milano”

No frills. Senza fronzoli. Lo stile di Ferrario si impone subito e piace. Del resto, la storia che racconta è talmente serrata che una parola di troppo disturberebbe il lettore, catturato fin dalle prime pagine.

Bel personaggio questo ex mercenario, segnato dalle atrocità viste (e perpetrate?) e dalla tragica morte del figlioletto. Lo troviamo alla guida di un night club nella Milano da bere degli anni Ottanta. Quattro pareti luccicanti e un bar che lo distolgono dal pensare e dal soffrire. Forse.

In questo vuoto interiore nel quale Sander ha cercato rifugio, piomba una storiaccia di droga che coinvolge due ragazzi e un ex commilitone, Albert. La cortina protettiva che il maggiore ha creato intorno a sé crolla improvvisamente. Ed è un bene, perché l’indagine che Sander porterà avanti con tenacia e lungimiranza lo riporterà alla vita.

Poche volte mi è capitato di fare il tifo per un protagonista che, diciamolo, non si dà molto da fare per attirare le simpatie del lettore. Ferrario dosa con maestria i momenti di cui Sander dona qualcosa di sé: sono come le briciole che Pollicino segue per tornare a casa. Dobbiamo farne tesoro, perché potrebbero sparire.

Una prova che mi ha convinto questa di Ippolito Edmondo Ferrario, che ha messo a frutto la sua profonda conoscenza della storia del Congo negli anni Sessanta e ne ha fatto lo sfondo di questo Noir che vi consiglio di leggere.

Quattro stelline.

Recensione: Ultimo tango a Milano, di Ippolito Edmondo Ferrario

Ultimo tango a Milano Ci sono sempre delle scale che scendono, composte da tanti o da pochi scalini. Ma scendono. Una rampa può condurre in una cantina, in un sordido seminterrato, in un locale affollato o semideserto… «“Ciao Katanga. Come butta stasera?” gli domandò Gunther presentandosi alla porta e gettando lo sguardo verso le scale che scendevano. A illuminarle, l’insegna al neon verde smeraldo con la scritta in corsivo Bodega». Una pagina dopo l’altra e si ha l’impressione che i bagliori della guerra civile congolese si riflettano almeno nel nome di un locale notturno, il night club Bodega per l’appunto, nonché in una Milano degli anni Ottanta, dove pare che ognuno abbia un’inestinguibile sete di vivere. Ma la metropoli non fa sconti. E non è il solo ammonimento del romanzo, il quale si presenta come la prima indagine del maggiore Gunter Sander, perché l’ex mercenario si troverà, suo malgrado, a fare una scelta: continuare a invecchiare nei ricordi e nelle sotterranee notti milanesi oppure dare un senso ai propri anni che passano. Scritto da Ippolito Edmondo Ferrario, il romanzo noir Ultimo tango a Milano è uno spaccato di vita innanzitutto e soprattutto notturna, con le sue contraddizioni e le sue regole. Proprio nella frenesia di voler vivere, ma nell’ignoranza di certi taciti e labili equilibri tra stupidi, balordi e malavitosi, si scatena il dramma della morte, dell’esecuzione, del torbido mulinello che afferra colui che non sa esistere del proprio. Non si fanno sconti: «… “Il destino è sempre quello. Alla legge della strada nessuno può sfuggire,” sentenziò Gunther aspirando una boccata di Gitanes, le stesse sigarette che fumava in Congo». Il resto è tutto da leggere, cogliendovi quanto ributtato dai marosi della vita, ovvero dall’oceano infinito nel quale, troppo spesso, navighiamo ignari.

Gianluca Padovan

Ultimo tango a Milano. Un noir meneghino com’è nelle corde dell’autore. Ippolito Edmondo Ferrario non è nuovo a discettarsi dallo scrivere riguardo al Congo e ai mercenari che hanno combattuto quella guerra. Il protagonista di questo noir è Gunther un tedesco cresciuto a Milano in porta Garibaldi e proprietario del Bodega un Night in voga negli anni 80. Il capolavoro di quest’opera non consta tanto nel plot narrativo, ma nella caratterizzazione del suo protagonista. Sembrerà un’ovvietá ai più ma senza Gunther il libro non esisterebbe. Milano monolitica come sempre questa volta fa da sfondo. Il lettore viene accompagnato sin dalle prime righe in un viaggio dentro l’anima martoriata del protagonista. Possiamo sentire sanguinare in forma di rimorsi e di rimpianti i suoi più intimi pensieri. La sua estrema voglia di farla finita e la codardia attraverso l’alcool di vivere ogni giorno. Un libro pregno di sentimenti uno yin e uno yang dove tutto ciò che è bene è anche male e viceversa, tutto raccolto in una persona sola. Un noir che se letto con la chiave giusta è un pugno nello stomaco del lettore che non potrà non commuoversi ai deja Vu di Gunther e le sue lacrime non potranno non essere le loro. Attendiamo fiduciosi un’altra avventura di questo personaggio.

Riccardo Sedini

Ultimo tango a Milano…breve cronaca della prima presentazione milanese

Ultimo tango a Milano…breve cronaca della prima presentazione milanese

Anche “Ultimo tango a Milano” ha avuto il suo “battesimo”, la sua prima presentazione. Ad ospitarla è stata l’iperattiva libreria indipendente “Parole & Pagine” di Milano situata in Corso di Porta Nuova. Iperattiva perché lì gli eventi culturali non mancano mai, grazie alla titolare Alessandra Papetti e ai suoi bravi e capaci collaboratori, Massimo e Veronica. A parlare del romanzo, insieme al sottoscritto, c’era l’ineccepibile Roberto Allegri, giornalista e scrittore, di cui ho immensa stima. Abbiamo intrattenuto il pubblico credo e spero piacevolmente…Un pubblico di amici ai quali devo tutta la mia riconoscenza per essere venuti ad ascoltarci. Al termine della presentazione, chi ha potuto, ha concluso la serata in compagnia del sottoscritto presso il rinnovato Bistrot Al Carmine di piazza del Carmine per un prolungato aperitivo. Non ci poteva essere finale migliore.