Un gelato al limon per il banchiere

Un gelato al limon per il banchiere

Un gelato al limon per il banchiere

«Su mia richiesta, Marco stasera ha compiuto uno sforzo fuori dal comune per portarci questi due gelati.

Ma lui sa, e per questo mi sopporta, che dietro a certe mie richieste non si cela quella miserevole eccentricità tipica di certi ricchi deficienti, ma solo sogni e desideri.

Questo è il classico gelato al limone con lo stecco di liquirizia, un must di certe serate a Bonassola.

Mi sembra ancora di vedere il freezer a pozzetto dei gelati posizionato sulla destra, accanto al bancone, nella taverna della Pensione Moderna.

Così ho pensato che questo fosse il modo migliore per concludere la cena» le spiegò divertito, scartandolo davanti a Viola che ormai era abituata agli amarcord del banchiere.

Tratto da I diavoli di Bargagli di Ippolito Edmondo Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2022

(Model Beatrice Parozzi, Photographer Chiara Marinucci)

 

Un banchiere fra i druidi

Un banchiere fra i druidi

Un banchiere fra i druidi

Immerso nelle sue considerazioni, Raoul si ritrovò a inerpicarsi lungo un dedalo di ristretti carruggi dalla pavimentazione sconnessa.

Erano passaggi angusti tra case di pietra, alcune soffocate da rampicanti e piante di sambuco o di fico.

Un cartello sbiadito dal tempo recitava che quel luogo, in epoche remote, era stato frequentato dai druidi, i sacerdoti del popolo celta.

Il banchiere si lasciò trasportare da una morbosa curiosità.

Si perse all’ombra di quei simulacri di pietre e mattoni, per vedere dove si giungesse.

In pochi minuti, camminando senza fretta, ma fermandosi spesso per osservare, si ritrovò prossimo alla sommità del colle.

Con stupore e meraviglia varcò la suggestiva soglia dell’antica chiesa di San Nicolò.

Passò sotto ad un piccolo portico sostenuto da due colonne di pietra che terminavano con capitelli finemente scolpiti.

Un affresco raffigurante una colomba decorava la volta a crociera del portico stesso.

Raoul attraversò silenzioso il portale in pietra nera. Intorno a lui rimanevano soltanto i muri perimetrali e l’altare dell’antico luogo di culto.

Il tetto era crollato durante il terremoto del 1887.

Lacerti dell’originaria pavimentazione giacevano sprofondati nel tappeto erboso.

Il banchiere provò un brivido di piacere di fronte alla natura che aveva preso il sopravvento, ma al contempo aveva lasciato ai ruderi un’assoluta dignità e levatura che nessun edificio moderno poteva vantare.

Tratto da I diavoli di Bargagli di Ippolito Edmondo Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2022

 

Un banchiere a Genova fra trenette al pesto, ladri e travestiti

Un banchiere a Genova fra trenette al pesto, ladri e travestiti

Un banchiere a Genova fra trenette al pesto, ladri e travestiti

Si rivide seduto in una bettola insieme a commensali improvvisati, che mai avrebbero immaginato di trovarsi a condividere il desco con uno dei rampolli più ricchi di tutta Milano.

Gli parve di risentire il sapore di certe trenette al pesto scotte, così condite da risultare tanto buone quanto pesanti da digerire.

E ancora fiati che sapevano di aglio, di alcool e di tabacco di sigarette nazionali, prostitute sfatte che si vendevano per pochi soldi, travestiti ammiccanti che popolavano i vicoli invasi dall’immondizia.

Sorrise.

Tratto da I diavoli di Bargagli di Ippolito Edmondo Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2022

 

Voodoo Child (Slight Return) di Jimi Hendrix per il banchiere!

Voodoo Child (Slight Return) di Jimi Hendrix per il banchiere!

Voodoo Child (Slight Return) di Jimi Hendrix per il banchiere!

«Ecco cosa mi ci vuole!» esclamò mentre selezionava Voodoo Child (Slight Return) di Jimi Hendrix.

Alzò il volume al massimo.

Le casse dello stereo dell’auto fecero vibrare l’aria, squarciando il silenzio di quel pomeriggio in cui il sole iniziava lentamente a impallidire.

Il brano, risalente al 1968, era uno dei preferiti in assoluto di Raoul, specie per l’utilizzo del Dunlop Cry Baby wah-wah.

Il banchiere provò un’immediata e intensa sensazione di piacere e di trasporto.

Chiuse gli occhi e si lasciò pervadere dalla musica. Con le dita mimò gli accordi dimenticando tutto il resto.

Raoul si estraniò per qualche minuto dalle contingenze, dimenticandosi di essere sul luogo di un efferato delitto quasi certamente accaduto anche per causa sua. Per perdersi in facili congetture c’era ancora parecchio tempo.

Meglio snebbiare la mente, poi ci avrebbe ragionato.

Tratto da I diavoli di Bargagli di Ippolito Edmondo Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2022