Due presentazioni della nuova versione ampliata del libro “Un parà in Congo e Yemen 1965-1969” (Mursia), di nuovo disponibile in libreria da poco più di un mese dopo che la prima tiratura era andata esaurita.
Venerdì 5 maggio 2018 a Casapound Firenze e sabato 6 maggio 2018 a Casapound Roma. Due bellissime occasioni per parlare del libro e per incontrare Robert Muller ed il sottoscritto. I dettagli in locandina. Si ringrazia sentitamente Casapound per la disponibilità.
di Ippolito Edmondo Ferrario Fratelli Frilli Editori
Giovedì 10 maggio, dalle ore 19.00, presso la libreria Parole&Pagine.
Ad introdurre la serata il giornalista e scrittore Roberto Allegri
Giovedì 10 maggio 2018, a partire dalle ore 19.00, si terrà presso la libreria Parole&Pagine (C.so di Porta Nuova, fronte civico 32, 20121, Milano) la presentazione del romanzo noir “Ultimo Tango a Milano”, di Ippolito Edmondo Ferrario, edito da Fratelli Frilli Editori. La serata verrà introdotta dal giornalista e scrittore Roberto Allegri. Si tratta di un avvincente giallo, che ripercorre gli itinerari e i luoghi reali della “Milano da bere” degli anni ’80. Il protagonista del libro, Gunther Sander: ex-mercenario tedesco che negli anni ’60 ha combattuto in Congo, gestisce ormai da qualche tempo il Bodega; noto night-club di Milano. Dopo la prematura scomparsa del figlio Alain, avvenuta diversi anni prima, la vita di Gunther si trascina senza alcuno scopo apparente. L’inaspettato arrivo dell’amico ed ex-commilitone Albert, in concomitanza con una storia di droga e la tragica morte di due giovani, gli daranno una scossa e lo porteranno ad investigare sulla vicenda. Per scelta di Ferrario, i diritti d’autore di “Ultimo Tango a Milano” saranno devoluti alla Fondazione de Marchi (Milano), che dagli anni’70 si colloca al fianco dei bambini in cura presso la Clinica Pediatrica de Marchi e delle loro famiglie. Ippolito Edmondo Ferrario è autore di numerosi saggi e romanzi. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo le edizioni 2018, 2015 e 2013 di “Alla scoperta di Milano sotterranea” (con Gianluca Padovan, Newton Compton Editori).
In questi giorni è disponibile sia in libreria che on-line (https://www.ibs.it/para-in-congo-yemen-1965-libro-robert-muller-ippolito-edmondo-ferrario/e/9788842559504) la prima ristampa aggiornata de “Un parà in Congo e Yemen”, uno dei libri che più mi sta a cuore tra quelli che ho scritto. Il volume è visibilmente cresciuto nel numero di pagine e ha giovato di un ottimale cambio di copertina.
Si tratta di uno dei libri più intensi e forti che ho mai scritto. Per farlo non ho dovuto ricorrere alla fantasia, quanto alla voglia di ascoltare le parole di Robert Muller, il protagonista di questa vicenda che rappresenta una testimonianza storica, politica ed umana unica nel suo genere.
A breve ricominceremo con le presentazioni e vi terremo aggiornati, tramite questo canale, su dove e quando poter incontrare Robert ed il sottoscritto.
Una curiosità di questi giorni che precedono la Pasqua del 2018. A Sanremo infuria ancora la polemica innescata dall’ANPI dopo la presentazione di questo libro presso la Federazione Operaia Sanremese, organizzata gentilmente dall’Associazione “Et Ventis Adversis”. A introdurre il sottoscritto ed il libro, il giorno 11 novembre del 2017, c’era un magistrale Freddy Colt. Di questi giorni è la notizia che ancora si discute in Comune a Sanremo su fascismo, antifascismo e altri temi di evidente attualità quando non si ha altro a cui pensare…Il sottoscritto non può che invitare chiunque, in primis chi non ha letto questo libro, a leggerlo e ad imparare qualcosa che ignora. Esattamente come ho fatto io, ascoltando la storia di Robert Muller.
Una sera di marzo, piuttosto fredda (anzi freddissima, sembrava gennaio!) ho voluto visitare, per l’ennesima volta, alcuni dei luoghi in cui ho ambientato il noir Ultimo tango a Milano.
Per l’occasione sono stato affiancato da due personaggi singolari. Il primo è Riccardo Mari, eclettico fotografo milanese, artista, pittore e da qualche mese anche scrittore (è autore del romanzo Polimero da poco in libreria).
Il secondo è Daniele Savarè, creatore del singolare e raffinato marchio di abbigliamento Connection Knitwear and Clothing (http://connectionknitwear.co.uk). Tutti e tre, seppur infreddoliti, abbiamo percorso le vie che nei mesi prima Gunther Sander, protagonista del mio romanzo, aveva percorso a piedi o a bordo della sua Alfa Romeo Alfetta. Non disponendo dell’automobile del protagonista, Daniele ha pensato bene di presentarsi a bordo di una bellissima Lancia d’epoca. Tra scatti fotografici, ironia ed eleganza (quest’ultima impersonata da Daniele) è nato un servizio fotografico unico nel suo genere. Vi invito a godere questi scatti che evocano fortemente le atmosfere di Ultimo tango a Milano.
Sì, in Ultimo Tango a Milano ci sono anche loro. Per raccontare la mia storia ambientata nel capoluogo meneghino nel 1984 non potevo non parlare di questi ragazzi e del fenomeno giovanile che essi rappresentarono.
Il sottoscritto, pur avendo vissuto in provincia ( a Lodi per esattezza) fino al 1987, ma venendo a Milano nei finesettimana, dei paninari sapeva tutto o quasi. Frequentavo le scuole elementari ed il loro mito c’era, che piaccia o meno.
Mi rendo conto che non tutti coloro che leggeranno “Ultimo tango Milano” potrebbero avere dimestichezza con il mondo dei paninari. Per le nuove generazioni sono “preistoria”…
Ma scriverne per me è stato come fare un salto nel passato, al di là dei giudizi che se ne possono dare a distanza di decenni. Permettetemi però un po’ di rimpianto per quegli anni. Non li rimpiango tanto per me, quanto per chi oggi è bambino. C’era sicuramente un po’ più di spensieratezza. Il futuro sembrava roseo, ed il presente lo era.
Per chi volesse tornare indietro a quegli anni e conoscere meglio la moda lanciata da un gruppo di ragazzi milanesi, può seguire Bircide il paninaro che ha un proprio canale su YouTube www.youtube.com/c/bircide ed una pagina Facebook www.facebook.com/PaninaroBircide/.
Bircide è la memoria storica del movimento dei Paninari e riferimento per tutti coloro che vogliono approfondire un argomento che abbraccia la moda, il costume e le abitudini di un’intera generazione.
Sono già passati alcuni giorni dall’attacco terroristico avvenuto nel sud della Francia e l’oblio ha già divorato tutto. Nella stragrande maggioranza delle coscienze il nome di Artaud Beltrame è stato dimenticato. Anzi va dimenticato. Perché Artaud è stato un uomo d’armi che aveva un suo codice. Si è ritrovato in una situazione estrema e non ha esitato. Che cosa gli sia passato nella testa in quei momenti non lo sapremo mai. Ha preso una decisione che non ammetteva vie d’uscita o scorciatoie. Ha salvato una vita in cambio della propria. E ciò va oltre ogni spiegazione basata sul calcolo spicciolo, sulla convenienza. In pochi istanti tutto è cambiato per lui. Io oggi lo piango, pur non avendolo conosciuto.
Ma i giorni passano e dobbiamo dimenticarlo, perché gli eroi come lui non sono consoni a questa Europa. Ho letto un titolo di un noto quotidiano italiano che lo definiva “eroe della pace”. Mi sono vergognato. Ma d’altronde la Pasqua è vicina, le vacanze, l’ultima sciata, il mare…Artaud è un eroe europeo, un esempio, ma il tempo per onorarlo è scaduto. Buona Pasqua.