Pillole d’Arte e di Storia in un noir

Pillole d’Arte e di Storia in un noir

«Sanfourche nacque a Bordeaux nel 1929, ma si trasferì a vivere a Rochefort sur Mer con i genitori.
Si inserì nel solco artistico tracciato da Gaston Chaissac, uno degli esponenti dell’Art Brut.
Per alcuni Sanfourche non era all’altezza del citato pittore, ma io l’ho sempre trovato curioso…
Insieme ad altri due artisti so che partecipò alla creazione di una grande stele commemorativa, per ricordare la cattura e l’esecuzione avvenuta a St. Léonard de Noblat, a opera di alcuni membri della Resistenza francese, dello Sturmbannführer Helmut Kämpfe, considerato un eroe della Divisione SS Das Reich.
Questo atto fu anche alla base della rappresaglia successiva che i tedeschi fecero nel villaggio di Oradour sur Glane, dove furono uccise seicentoquarantatre persone tra uomini, donne e bambini.
Una delle frasi più celebri di Sanfourche per raccontare la sua arte era: “non sono un artista, ma un uomo che realizza cose tra l’arte e la magia delle caverne”», raccontò Raoul senza voler sembrare lezioso o pedante.
Tratto da “I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2024
5 dicembre 1943, Venezia. Inizia la Shoah dei bambini

5 dicembre 1943, Venezia. Inizia la Shoah dei bambini

Il romanzo “I fantasmi del banchiere nero” nasce prima di ogni cosa dalla visione di un’immagine, di una fotografia, quella della pietra d’inciampo dedicata alla memoria di un bambino di Venezia.
Era il 5 dicembre del 1943 quando Leo Mariani era prossimo a nascere e quel giorno suo madre, Pia Cesana, fu rastrellata insieme ad altre decine di persone che abitavano nel ghetto di Venezia….
Qui di seguito un breve estratto tratto dal libro.

 

“Pensò ai bambini che tra il dicembre del 1943 e il febbraio del 1944, su ordine del prefetto Cordova, vennero arrestati in più rastrellamenti compiuti dalla polizia italiana insieme ai soldati tedeschi, ai carabinieri e agli uomini della Guardia Nazionale Repubblicana.

In tutto furono centotrenta.

Gli ordini erano precisi e spietati: dividere subito, senza eccezioni, gli uomini dalle donne e dai bambini.

I primi furono inviati al carcere di Santa Maria Maggiore, le donne alla Giudecca e i bambini vennero mandati in istituti per l’infanzia.

Quasi tutti i minori partirono poco dopo gli arresti per raggiungere il campo di Fossoli, prima di essere destinati ai campi di sterminio in Germania, solo un piccolo gruppo rimase ancora per un poco a Venezia.

Un’illusione di una possibile salvezza infranta il 18 gennaio del 1944, quando la polizia li aveva scortati ai convogli ferroviari. Il motivo del ritardo nella partenza, da quello che era emerso dai documenti dell’epoca, fu che i piccoli non erano nelle condizioni di viaggiare.

Forse, ma questo nessuno lo poteva affermare con certezza, i bambini in quel momento erano malati, magari afflitti da un’influenza di stagione e ciò aveva impedito il loro trasferimento.

Mario di quattro anni, Lino di sei, Sergio di quattro e Mara di tre, erano i loro nomi.”

Tratto da “I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2024

 

 

 

 

 

Il banchiere nero e la serata a Eldodo di Milano

Il banchiere nero e la serata a Eldodo di Milano

Anche la prima presentazione del libro I fantasmi del banchiere nero è trascorsa.

Della serata trascorsa nei locali, carichi di storia tutta milanese (Un tempo qui c’era un bar, un “trani” di quelli di periferia, dove si mesceva il vino, frequentati dalla malavita e dai poliziotti del vicino commissariato), della bella e indipendente Libreria Eldodo di via Vallarsa 11, rimane la certezza che ancora valga la pena presentare i libri in realtà come queste, piccole e coraggiose, ma soprattutto legate alla vita dei quartieri.

Milano ha bisogno di questa linfa vitale se vuole rimanere viva e umana…

Bravissimi Edoardo ed Elena che con autentica passione hanno creato Eldodo in un quartiere che sta cambiando rapidamente volto.

Al di là del pubblico intervenuto, numeroso e attento, è stato bello parlare del banchiere nero che certamente, come ha detto lo stesso giornalista Antonio Bozzo che mi ha magistralmente introdotto, esiste e forse, nascosto da qualche parte, ha assistito compiaciuto alla serata.

Un sentito ringraziamento anche a Patrizia Gallini di Ardeche Comunicazione per l’organizzazione perfetta.

L’appuntamento con il banchiere è per gennaio 2025 ancor a Milano.

Stay Tuned!

 

 

 

Presentazione milanese de I fantasmi del banchiere nero

Presentazione milanese de I fantasmi del banchiere nero

Eldodo Booksellers & Stationers presenta I fantasmi del banchiere nero

Mercoledì 27 novembre 2024 alle ore 18,30 si terrà presso la libreria Eldodo Bookseller (via Vallarsa 11, Milano) la presentazione del romanzo noir “I fantasmi del banchiere nero”.

A presentare la serata Antonio Bozzo con intervento di Roberta Schira.

Si tratta di un avvincente giallo, che vede come protagonista la figura intrigante di Raoul Sforza, noto nel mondo dell’alta finanza per la sua spregiudicata arguzia e per il suo irritante cinismo.

In questo noir il banchiere nero si muove tra le calli di Venezia per risolvere un complicato mistero.

Il libro è disponibile in tutte le librerie d’Italia al prezzo di euro 16,90 e nei principali stores digitali.

 

L’imperdibile risotto di Gò

L’imperdibile risotto di Gò

Il banchiere nero non poteva non approdare Da Romano a Burano per il suo imperdibile risotto

 

La destinazione era l’isola di Burano.

Raoul non vi metteva piede da decenni.

Conservava di essa un ricordo vivissimo, legato in particolar modo a un ristorante storico che lì aveva aperto i suoi battenti in anni lontanissimi: Da Romano.

Raoul cenò apprezzando ogni singola portata.

Poco importava che non ci fossero altri avventori, anzi, tutto era ai suoi occhi perfetto.

Quando riassaggiò dopo anni il risotto di Gò, quasi si commosse tanto il sapore e il gusto erano rimasti inalterati nel tempo.

Era un primo piatto fatto con il ghiozzo di laguna, un pesce considerato un tempo “povero” e ora divenuto sempre più difficile da trovare.

 

Tratto da “I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2024

 

Metti una notte un banchiere milanese a Venezia

Metti una notte un banchiere milanese a Venezia

Metti una notte un banchiere milanese a Venezia

L’albergo disponeva di un approdo in legno sul principale canale della città. Pur essendo autunno la sera regalava una temperatura insolitamente mite. Si accomodarono a un tavolino.
Poco dopo furono serviti.
La sensazione era quella di ritrovarsi sospesi sulle acque della laguna che a quell’ora, calato il traffico delle imbarcazioni, tornavano a farsi tranquille, quasi placide.
Raoul era ammaliato da quell’atmosfera fiabesca, ovattata, in cui lo sciabordio delle onde che si infrangevano sui moli di pietra diventava una litania incessante, a tratti ipnotica.
Anche l’ondeggiare di una gondola ormeggiata a una delle paline davanti a loro assumeva valenze oniriche.
Venezia sembrava sotto il giogo perenne di un incantesimo infrangibile e tutto, agli occhi del banchiere assumeva una prospettiva meravigliosa.
Si concentrò sul profumo intenso del suo whisky e saziato l’olfatto alzò il bicchiere, invitando Mara a un insolito brindisi.

Tratto da “I fantasmi del banchiere nero. La quarta indagine di Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori, 2024