Vittorio Feltri recensisce Assedio mortale a Milano

Vittorio Feltri recensisce Assedio mortale a Milano

Vittorio Feltri recensisce Assedio mortale a Milano

Un sentito ringraziamento a Vittorio Feltri per la pagina che ha voluto dedicare al romanzo Assedio mortale a Milano. La terza indagine del banchiere Raoul Sforza.

Un lungo articolo che testimonia l’attualità della storia incentrata sul tema dell’immigrazione e che vede protagonista Milano e sopratutto il terribile banchiere “nero” Raoul Sforza.

 

 

 

Coca Cola e marchese De Sade

Coca Cola e marchese De Sade

Coca Cola e marchese De Sade

 

Il banchiere in compenso gli sorrideva amichevolmente. Inaspettatamente trasse dalla glacette una bottiglia di Coca-Cola. Il sindaco non si sarebbe mai aspettato di vederne una bottiglia tra le mani del banchiere.

Da quando lo conosceva lo aveva visto bere esclusivamente i migliori vini e i distillati più pregiati, ma mai una bibita gassata.

Al sindaco parve di vedere il banchiere compiere un atto quasi sacrilego.

“Si tolga quell’espressione da tonto, Villa!

Sì, io adoro la Coca-Cola in talune circostanze.

La pretendo servita freddissima, come questa.

E sono troppo cresciuto per sentirmi dire che essa è il simbolo dell’imperialismo americano con il quale gli Yankees ci hanno invaso e hanno corrotto i nostri giovani.

Che noia, Villa.

Già negli anni Settanta queste considerazioni da circolo neofascista posto in un sottoscala mi tediavano nel profondo, figuriamoci oggi…”, scherzò il banchiere riempiendo i bicchieri e rimembrando il suo passato eversivo.

Era sempre stato un cane sciolto, insofferente a certi diktat tipici dell’ambiente.

Pur amando la lettura di Evola, preferiva i classici russi del Novecento o i testi del Divin Marchese.

Tratto da Assedio mortale a Milano. La terza indagine del banchiere Raoul Sforza di Ippolito Edmondo Ferrario, Fratelli Frilli Editori

 

Milano come Lampedusa?

Milano come Lampedusa?

Milano come Lampedusa?

E se Milano dovesse mai subire un’immigrazione di proporzioni colossali come quella raccontata nel mio libro, il sindaco Sala pronuncerebbe le stesse parole del sindaco Villa?

 

“Prima di essere un sindaco sono un uomo e, come tale, è mio dovere soccorrere chi ha bisogno.

Milano non si salva restando a guardare.

Stiamo vivendo in prima persona la tragedia di luoghi come Lampedusa, abbandonati a sé stessi, dimenticati, dove la gente muore in mare prima di raggiungere terra.

Io non ci sto!

Piazza del Duomo è il nostro Mediterraneo e io cercherò di salvare più vite possibile. Adesso tornerò in piazza a coordinare gli aiuti.

Chi desidera dare una mano è benvenuto, gli altri restino pure a guardare”, concluse Villa tutto d’un fiato.

Tratto da “Assedio mortale a Milano. La terza indagine del banchiere Raoul Sforza” di Ippolito E. Ferrario, Fratelli Frilli Editori

 

 

 

Arte e cucina

Arte e cucina

Arte e cucina
La base era costituita da un battuto di crudo di ricciola e gambero di Santa Margherita, sopra muscoli e vongole appena scottati, brunoise di verdure crude, polvere di bottarga, barbabietola, galletta del marinaio e l’immancabile salsa verde.
L’impiattamento era ispirato a linee geometriche perfette: il Cappun Crudo, infatti, veniva disposto nel piatto a formare un quadrato.
“Siamo di fronte al puro dadaismo applicato in cucina. Osservate la perfezione delle linee e la composizione degli ingredienti.
Ad una visione più approfondita, nell’armonia con cui sono stati disposti i vari componenti, mi sembra di scorgere addirittura un antico mosaico ravennate. All’Agave il cibo viene sublimato in arte”, osservò Raoul estasiato.
Tratto da Assedio mortale a Milano. La terza indagine del banchiere Raoul Sforza di Ippolito Edmondo Ferrario, Fratelli Frilli Editori
Il bricco della Pensione Moderna di Bonassola

Il bricco della Pensione Moderna di Bonassola

Il bricco della Pensione Moderna di Bonassola

Lia posò in tavola un bricco di alluminio nel quale c’era il caffè bollente e lo versò nella tazza sotto lo sguardo attento dell’uomo, inebriato dall’aroma intenso che se ne sprigionava.

Raoul considerava la colazione un rito sacro e imprescindibile dal quale sarebbero dipesi il suo umore e l’andamento della giornata.

Osservò quasi rapito il bricco, come se fosse un gioiello dal valore inestimabile.

Quell’oggetto di uso quotidiano un tempo aveva fatto parte delle stoviglie utilizzate presso la Pensione Moderna di Bonassola per servire le colazioni.

Lo aveva ottenuto dalle proprietarie dell’albergo, Carola ed Eleonora, alle quali l’aveva chiesto espressamente.

Raoul sosteneva che il caffè servito in quel bricco, proveniente dalla sua amata Bonassola e da quell’albergo, avesse un valore aggiunto, qualcosa che gli riportava alla memoria ricordi e suggestioni di un tempo perduto.

Tratto da Assedio mortale a Milano. La terza indagine del banchiere Raoul Sforza

di Ippolito Edmondo Ferrario, Fratelli Frilli Editori